Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Sentii Nunzio Giuliano scagionare Diego Ma scrissero il contrario»

- di Michelange­lo Iossa

«Nessuno di noi Giuliano

NAPOLI ha mai offerto la cocaina a Diego Armando Maradona. Nessun affiliato della camorra avrebbe mai danneggiat­o Diego. Gli vogliamo bene veramente, vogliamo che stia bene e l’abbiamo sempre tenuto alla larga dalla droga, sapevamo che l’avrebbe distrutto. Le strisce di cocaina gli venivano offerte nei festini della ‘Napoli bene’, a Posillipo, a via Petrarca. I ricchi napoletani si pavoneggia­vano con lui, si ‘atteggiava­no’ e gli servivano la cocaina su un piatto d’argento». Era il 1991 e Nunzio Giuliano rilasciava un’intervista esclusiva a un giornalist­a di un noto quotidiano spagnolo, all’indomani della fuga del Pibe de Oro da Napoli, dal Napoli e dai suoi tifosi.

A ricordare l’intervista in queste ore è stata Alessia Fresca, da ventotto anni in forza presso il Consolato Generale di Spagna a Napoli e, all’epoca, scelta come interprete di questa intervista al primo degli undici figli di Pio Vittorio, esponente-simbolo della dinastia dei Giuliano. Fratello del più noto «re di Forcella» Luigi «Lovegino» Giuliano, Nunzio si era dissociato dalla camorra e dal suo clan dopo la morte del figlio Pio Vittorio, scomparso a 17 anni per overdose, e si era speso per allontanar­e i più giovani dal sistemacam­orra, per poi essere ucciso in un agguato in via Tasso, a Napoli, nel 2005.

«Nel 1991 non lavoravo ancora presso il Consolato spagnolo – spiega Alessia Fresca – ma ricoprivo vari incarichi come interprete e traduttric­e e venni scelta per affiancare un giornalist­a catalano. Il Consolato contribuì a fissare l’intervista a Giuliano per un noto quotidiano di Barcellona: si trattava di un’inchiesta su

Diego Maradona. Grazie all’interessam­ento delle autorità consolari, accompagna­i il giornalist­a a casa di Nunzio Giuliano, all’epoca noto per la sua amicizia con Maradona, e – infine – allo studio legale di Vincenzo Siniscalch­i».

Quest’ultimo era, all’epoca, avvocato del fuoriclass­e di Buenos

Aires e fornì al giornalist­a alcune informazio­ni sul complesso status di salute dell’attaccante del Napoli.

La cinquantaq­uattrenne dipendente del Consolato iberico ricorda, però, un particolar­e importante: «Tradussi l’accorato discorso di Nunzio Giuliano per il corrispond­ete della testata spagnola. L’ex-camorrista poneva spesso l’accento sul fatto che aveva accettato l’intervista per chiarire, in via definitiva, l’estraneità del clan Giuliano dalla questione Maradona-cocaina e che erano stati il jet set partenopeo, l’alta borghesia e i profession­isti della zona di Posillipo a far avvicinare, in maniera chiara e inequivoca­bile, il calciatore alla cocaina. Mi colpì molto l’affetto che Giuliano nutriva per il calciatore argentino e la chiarezza delle sue parole di amicizia sincera. Quando uscì l’articolo, il giornalist­a stravolse completame­nte il contenuto e il senso dell’intervista, dichiarand­o che furono i fratelli del clan Giuliano a offrire la cocaina a Diego».

Nunzio Giuliano si sentì tradito e si mise in contatto con il Consolato spagnolo, chiedendo di poter parlare con la redazione del quotidiano: «Il giornalist­a si difese dando tutta la colpa a me, affermando che lui aveva trascritto quanto io avevo tradotto, evidente in modo scorretto. Dal Consolato mi riferirono quanto era accaduto e restai di stucco. La delusione di Giuliano era profonda, era sinceramen­te addolorato per quell’articolo. Per me fu un colpo durissimo: la mia parola era messa a confronto con quella di un giornalist­a profession­ista ed ero, evidenteme­nte, in una posizione di debolezza. Ero poco più che ventenne e non ebbi il coraggio di denunciarl­o, ma ho vissuto questi trent’anni con il rimpianto di non averlo fatto. Io avevo tradotto bene ma quel giornale scrisse il contrario».

Oggi Diego Armando Maradona e Nunzio Giuliano non ci sono più: «Finché erano in vita – spiega Fresca – si saranno certamente difesi attraverso i loro legali, ma oggi sento forte l’esigenza di fare chiarezza su quell’episodio del 1991 che mi ha segnato profondame­nte. Mi addolora il fatto che Napoli sia associata alla gloria di Maradona ma anche alle sue ombre. Le parole di Nunzio Giuliano erano inequivoca­bili: non credo che quella parte di Napoli – popolare, verace e appassiona­ta – con cui Diego si identifica­va sia stata la causa della sua distruzion­e».

Disse che non gli avrebbero mai dato la coca: doveva vincere

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A sinistra Maradona fotografat­o a casa dei Giuliano nella vasca da bagno a forma di conchiglia; a lato Nunzio Giuliano e in basso Alessia Fresca, la traduttric­e testimone dell’intervista che rovinò il fuoriclass­e
Relazioni pericolose A sinistra Maradona fotografat­o a casa dei Giuliano nella vasca da bagno a forma di conchiglia; a lato Nunzio Giuliano e in basso Alessia Fresca, la traduttric­e testimone dell’intervista che rovinò il fuoriclass­e
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