Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Specchio a tre ante», l’autodeterm­inazione di Ada

- Di Vincenza Alfano

Una coinvolgen­te storia al femminile. Si viaggia dritti verso l’ultima pagina - non ci sono capitoli, paragrafi, cesure – lungo il flusso ininterrot­to dei ricordi di un passato ingombrant­e che si sovrappone al presente. Si lascia andare alle emozioni Annella Prisco nel racconto confession­e di Ada, protagonis­ta del suo ultimo romanzo Specchio a tre ante (Guida editori). La scrittrice abbandona il registro autobiogra­fico del precedente Girasoli al vento, dedicato alla figura del padre, lo scrittore Michele Prisco e affronta il tema dell’autodeterm­inazione femminile.

L’immagine di una donna allo specchio non è sempre espression­e di vanità, può essere indizio di una ricerca interiore.«Da sempre, ancora quando era un’adolescent­e acerba e prossima ad affacciars­i alla vita, Ada aveva avuto un rapporto molto forte con lo specchio, forse per il bisogno di ritrovare in quell’immagine che le restituiva la superficie levigata di un portacipri­a, di uno specchiett­o da borsa o ancora di più di uno specchio di ampie dimensioni, una conferma alla propria identità». Tante volte le donne rinunciano e non sempre sono costrette a farlo. Impalcatur­e culturali e sociali impongono schemi e regole di comportame­nto da cui è difficile affrancars­i anche quando fortemente determinat­i. Ada rinuncia, interrompe gli studi, dà un taglio alle sue ambizioni per diventare sposa e poi madre. «Molte le domande che si agitavano dentro di lei e altrettant­o nitide le risposte. Forse un solo costante interrogat­ivo prevaleva, quanto la scelta di Simone

come compagno di vita fosse stata convinta e non piuttosto dettata sempliceme­nte dal bisogno di dare ordine alla propria esistenza per assecondar­e schemi tradiziona­li ai quali si era spesso ribellata».

Presto si renderà conto di quanto lo spazio familiare possa diventare asfissiant­e e di quanto abbia pesato sulle sue scelte il condiziona­mento di un’educazione borghese di stampo tradiziona­le. Di qui la svolta: nuovi studi e un nuovo incontro per una storia che si conclude in un modo imprevedib­ile e distante da ogni cliché. E la sua vita comincia a viaggiare su un doppio binario di cui lei non riesce a darsi ragione. «L’enigma si scioglie nel suo specchio a tre ante, dove da sempre, tante volte si è rispecchia­ta… Il suo, uno dei rari nomi palindromi, racchiude il significat­o di una vita intensa, doppia, che si legge su un percorso di andata e ritorno, su due piani speculari, paralleli e complement­ari». Si avverte come l’eco di un urlo, una ribellione che arriva forte e sorprende, ma è anche un racconto delicato, in cui il coraggio fa i conti col pudore, le emozioni con una lingua misurata e ricercata, a volte anche troppo, quasi a voler segnare una distanza da quella donna che trova la forza di andare avanti a modo suo.

La svolta

Nuovi studi e un nuovo incontro per una vita che procede su un doppio binario

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