Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Specchio a tre ante», l’autodeterminazione di Ada
Una coinvolgente storia al femminile. Si viaggia dritti verso l’ultima pagina - non ci sono capitoli, paragrafi, cesure – lungo il flusso ininterrotto dei ricordi di un passato ingombrante che si sovrappone al presente. Si lascia andare alle emozioni Annella Prisco nel racconto confessione di Ada, protagonista del suo ultimo romanzo Specchio a tre ante (Guida editori). La scrittrice abbandona il registro autobiografico del precedente Girasoli al vento, dedicato alla figura del padre, lo scrittore Michele Prisco e affronta il tema dell’autodeterminazione femminile.
L’immagine di una donna allo specchio non è sempre espressione di vanità, può essere indizio di una ricerca interiore.«Da sempre, ancora quando era un’adolescente acerba e prossima ad affacciarsi alla vita, Ada aveva avuto un rapporto molto forte con lo specchio, forse per il bisogno di ritrovare in quell’immagine che le restituiva la superficie levigata di un portacipria, di uno specchietto da borsa o ancora di più di uno specchio di ampie dimensioni, una conferma alla propria identità». Tante volte le donne rinunciano e non sempre sono costrette a farlo. Impalcature culturali e sociali impongono schemi e regole di comportamento da cui è difficile affrancarsi anche quando fortemente determinati. Ada rinuncia, interrompe gli studi, dà un taglio alle sue ambizioni per diventare sposa e poi madre. «Molte le domande che si agitavano dentro di lei e altrettanto nitide le risposte. Forse un solo costante interrogativo prevaleva, quanto la scelta di Simone
come compagno di vita fosse stata convinta e non piuttosto dettata semplicemente dal bisogno di dare ordine alla propria esistenza per assecondare schemi tradizionali ai quali si era spesso ribellata».
Presto si renderà conto di quanto lo spazio familiare possa diventare asfissiante e di quanto abbia pesato sulle sue scelte il condizionamento di un’educazione borghese di stampo tradizionale. Di qui la svolta: nuovi studi e un nuovo incontro per una storia che si conclude in un modo imprevedibile e distante da ogni cliché. E la sua vita comincia a viaggiare su un doppio binario di cui lei non riesce a darsi ragione. «L’enigma si scioglie nel suo specchio a tre ante, dove da sempre, tante volte si è rispecchiata… Il suo, uno dei rari nomi palindromi, racchiude il significato di una vita intensa, doppia, che si legge su un percorso di andata e ritorno, su due piani speculari, paralleli e complementari». Si avverte come l’eco di un urlo, una ribellione che arriva forte e sorprende, ma è anche un racconto delicato, in cui il coraggio fa i conti col pudore, le emozioni con una lingua misurata e ricercata, a volte anche troppo, quasi a voler segnare una distanza da quella donna che trova la forza di andare avanti a modo suo.
La svolta
Nuovi studi e un nuovo incontro per una vita che procede su un doppio binario