Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Palazzo d’Avalos, indagini chiuse Notificati tre avvisi di garanzia

Il pm Simeone ipotizza il falso per induzione Rischia il processo anche la figlia di Ferlaino

- di Titti Beneduce a pagina 9

NAPOLI La Procura ha chiuso le indagini su Palazzo D’Avalos, lo storico edificio di via dei Mille sottoposto a una ristruttur­azione che ne ha stravolto l’aspetto e i volumi, e si avvia a chiedere il processo per tre persone. Il reato ipotizzato dal pm Roberta Simeone, che indaga con il coordiname­nto dell’aggiunto Vincenzo Piscitelli, è quello di falso per induzione in relazione alla costruzion­e di un vano ascensore: per ottenere l’autorizzaz­ione, ritiene il pm, sono stati depositati documenti falsi. Gli indagati sono l’architetto Tiziana Ferlaino, figlia di Corrado e a capo della società Vasto srl, che acquistò Palazzo D’Avalos negli anni Novanta per trasformar­lo in un condominio di lusso, Ciro Buono e Michele Annunziata. Escono di scena invece i due ex soprintend­enti all’Archeologi­a, Belle arti e Paesaggio Giorgio Cozzolino e Luciano Garella, che pure in un primo momento erano stati iscritti nel registro degli indagati.

La decisione degli inquirenti si basa su una perizia realizzata da due architetti cui l’incarico fu conferito lo scorso anno. Per l’avvocato Nello Giaquinto, che assiste Tiziana Ferlaino, non è stato commesso alcun reato e non si vuole stravolger­e l’aspetto del palazzo. Questa la sua ricostruzi­one dell’accaduto fatta nei mesi scorsi al Corriere del Mezzogiorn­o: «Poiché il principe Francesco non lasciava accedere nessuno al piano nobile, il progetto per quella porzione di edificio è stato fatto in qualche modo al buio, senza sapere bene quale fosse lo stato dei luoghi. Tiziana Ferlaino chiese e ottenne l’autorizzaz­ione ad abbattere alcuni tramezzi».

Secondo il penalista, tuttavia, l’architetto figlia del vecchio presidente del Napoli ignorava che su quei tramezzi fossero stati realizzati degli affreschi di pregio: «Il principe decise di sfruttare questa imprecisio­ne e denunciò ad alcune associazio­ni che la società Vasto voleva distrugger­e gli antichi affreschi. In realtà la mia assistita, quando aveva saputo degli affreschi, si era affrettata a chiedere una modifica del progetto originario, e la variante non prevedeva più l’abbattimen­to dei tramezzi. Questo certamente sarà riscontrat­o dai consulenti della Procura. Le stesse associazio­ni che presentaro­no un esposto contro Tiziana Ferlaino hanno compreso che si è trattato di un equivoco e addirittur­a hanno ritirato l’esposto. Gli equivoci, purtroppo, nascono in un tempo brevissimo e vengono chiariti in un tempo lunghissim­o».

Gli indagati hanno ora 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogat­i dal pm o per depositare attraverso i loro legali una memoria difensiva; quindi, a meno che non avvengano dei colpi di scena, il pm chiederà il rinvio a giudizio.

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 ??  ?? Lo scrigno Uno dei saloni di Palazzo d’Avalos a Napoli, interessat­o da lavori di ristruttur­azione finiti nel mirino della Procura
Lo scrigno Uno dei saloni di Palazzo d’Avalos a Napoli, interessat­o da lavori di ristruttur­azione finiti nel mirino della Procura

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