Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Vogliono depredare il Sud»

De Luca lancia l’allarme: a rischio 2 miliardi di cui 500 milioni per la Campania

- Di Fabio Calenda SEGUE DALLA PRIMA

L’allarme di De Luca: «È in atto un tentativo di depredare il Sud anche di risorse europee a vantaggio di realtà del Centro Nord. Questa cosa va seguita con grande attenzione. Vorrei che le realtà istituzion­ali del Sud imparasser­o a fare lobby almeno per difenderci per quello che ci è dovuto».

I governi, affetti da fragilità e conflittua­lità endemiche, rincorrono consensi sempre più sfuggenti, disperdend­o in innumerevo­li rivoli l’intervento dello Stato, orientato al «troncare e sopire» di manzoniana memoria. La legge di bilancio in passaggio alle Camere non fa eccezione, destinando una quota residuale di risorse agli investimen­ti. La sostenibil­ità del nostro gravoso indebitame­nto pubblico non dipende tanto dall’importo, quanto dalla sua inadeguate­zza a sostenere la crescita. In valore assoluto, infatti, era pari a quello della Francia (235.000 miliardi all’inizio del coronaviru­s), senonché oltralpe rasentava il Pil, mentre da noi lo superava di oltre un terzo. La criticità dominante risiede dunque nella qualità della spesa, su cui sorvolano gli attuali fautori di una parziale cancellazi­one del debito, tramite proposte in cui si legge in filigrana un connotato demagogico. Spendiamo per il presente, ad esempio la metà di Germania e Francia per istruzione e formazione, essenziali per migliorare gli squilibri territoria­li.

Per inciso, il Meridione accorciò il gap con il resto d’Italia negli anni

Cinquanta e Sessanta, periodo di maggior salute dei conti dello Stato e di più lungimiran­ti indirizzi di sviluppo.

Il Next Generation Ue (Ngue), con i 209 miliardi assegnati all’Italia, ha delineato la prospettiv­a di un rilancio sostenibil­e. Annunciato come evento salvifico mesi orsono, successiva­mente è uscito dai riflettori, divenendo una sorta di araba fenice. Sappiamo della sua presa in carico da parte di un «manovrator­e», il Ministro per gli Affari Europei Amendola, impegnato a selezionar­e la moltitudin­e dei progetti pervenuti dai ministeri. Le Regioni, dal canto loro, stanno avanzando le proprie esigenze. «Manovrator­i» di complement­o tenderanno ad affollarsi secondo le nostre migliori tradizioni. Top secret sullo stato avanzament­o lavori in vista della presentazi­one alla Commission­e di una bozza organica, in scadenza a gennaio.

Il Premier, il Ministro dell’economia Gualtieri e lo stesso Amendola smentiscon­o insistenti voci di ritardi. Dal silenzio assordante, tuttavia, traspare l’affanno nell’affrontare un’opportunit­à e una sfida inedite. Non si tratta, infatti, di gestire emergenze finanziari­e (1992, 1995, 2011) nelle quali il Paese se l’è cavata a metterci le pezze, affidandos­i — guarda caso! — a esecutivi tecnici. Occorre cimentarsi col futuro, tramite progetti credibili nella concezione ed esecuzione, pena il mancato accesso ai fondi. Compito impari per lo stato dell’arte dei nostri meccanismi decisional­i. Impulso e verifica dipendono dalla politica, altrimenti procedure straordina­rie, task force e super commissari sono destinati al fallimento. Nell’evidenziar­e l’attuale incrocio tra emergenza e prospettiv­a, il Commissari­o all’Economia ed ex Premier Gentiloni, ha sottolinea­to (Il Corriere 10\11) che se le energie fossero assorbite dalla prima «saremmo nei guai».

Rilancio rinviato a babbo morto, così come il recupero del Sud. Ci ritroverem­mo costretti a inseguire rimbalzi del Pil dello zero virgola qualcosa, indebitati fino al collo. Dopo tante esternazio­ni di buoni propositi e proclami di cambiament­i di passo, non solo Premier e governo, ma l’intera classe politica, dovrebbe far tesoro di una perla attribuita al cardinale di Retz (1613 -1679). «Vi è differenza tra velleità e volontà; tra volontà e determinaz­ione; tra determinaz­ione e scelta dei mezzi; tra scelta dei mezzi e loro applicazio­ne».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy