Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il gioiello consegnato al Mibact Per la ristrutturazione investimento di 12,5 milioni L’Agenzia del Demanio si occuperà del progetto
in termini occupazionali, di sviluppo e promozione della città di Ercolano in Italia e all’estero».
Se ne erano fatti portavoce anche il Consorzio Costa del Vesuvio e l’Associazione Pro Loco Herculaneum - promotrice in passato del dossier di candidatura della città di Ercolano al titolo di Capitale Italiana della Cultura - individuando proprio il Mibact come interlocutore privilegiato.
C’era stato poi l’appello della Onlus «Siti Reali» per il riconoscimento del Sistema delle tredici residenze di Casa Reale di Borbone del Sud Italia «quale sito seriale che nella storia umana rappresenta non solo un esempio straordinario di architettura monumentale internazionale ad alto valore paesaggistico e di biodiversità, ma anche una tecipe stimonianza eccezionale di pianificazione e sviluppo culturale, economico e sociale in ambito euromediterraneo durante l’epoca del dispotismo illuminato, delle riforme e delle rivoluzioni di fine Settecento».
La storia della Real Villa della Favorita - questo il nome per esteso - è strategica nella storia del Mezzogiorno. Costruita nel 1768 da Ferdinando Fuga, nel 1792 fu acquistata da Ferdinando IV che la destinò a residenza reale. Ma fu nel 1799 che il parco fu ampliato fino al mare con la costruzione di un approdo.
Finita tragicamente la Repubblica Partenopea, Ferdinando IV ritornò a Napoli da Palermo sbarcando proprio alla Favorita il 27 giugno 1802.
La villa andò in dono al secondogenito Leopoldo, prindi Salerno al quale si devono l’ampliamento, le scuderie e i famosi giochi (i modellini si trovano esposti al Palazzo Reale di Caserta) e intrattenimenti alla moda: balançoires a foggia di cavallo, barca, sedia e la palazzina delle montagne russe. I sudditi ne potevano usufruire nei giorni di festa.
Con Murat ancora feste e dopo il ritorno dei Borbone la villa fu restaurata e ridecorata. Ma le sale «alla turca» si devono a un ospite eccellente: tra il 1879 e il 1885 il governo italiano ospitò Ismail Pascià, deposto Kedivè d’Egitto venuto in esilio in Italia.
Philipp Hackert, inoltre, vi dipinse tra il 1787 e il 1797 le vedute dei porti del Regno di Napoli (trasferiti nel 1879 alla Reggia di Caserta). Il salone centrale era decorato con un mosaico della villa di Tiberio a Capri al Museo di Capodimonte.