Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Spettacolare
Non solo cinema, anche il teatro si è incrociato più volte con la figura di Maradona. Un incontro inevitabile fra l’arte del genio calcistico e quella scenica inveterata nel dna partenopeo.
A partire da «Viva Diego!», lavoro di Tato Russo che nel novembre del 1997, dieci anni dopo la vittoria del primo scudetto azzurro, realizzava per il Bellini un musical scritto con Mario Ciervo e Tullio De Piscopo, con ben 100 attori. Al centro il racconto, fra parole e canzoni, di un giorno storico, quel 10 maggio 1987, in cui finalmente il sogno tricolore si tramutava in realtà grazie al profeta argentino.
Tema presente anche in «Football, Football» che Haris Pasovic mise in scena nell’edizione 2010 del Napoli Teatro Festival Italia. «Nel mio lungo soggiorno qui – spiegava il regista bosniaco – ho compreso il legame profondo tra la città, il calcio e il suo mitico campione, Maradona. Ecco perché in “Football, Football” c’è tutta una parte dedicata a “Dieguito” e ai suoi tifosi».
Ancora al Festival di quell’anno ci fu anche al San Carlo «El Diego – Concerto n.10. Musica d’autore per Maradona e orchestra», in cui il maestro Roberto De Simone univa le immagini delle sue gesta alle parole di Raffaele Converso e Antonella Morea su musiche di Niccolò Paganini e «Litanie per la scandalosa e la magnifica – Inno a Iside», cantata dello stesso autore fra tradizione popolare e scrittura musicale colta.
E, sempre al San Carlo, nel 2017, l’arrivo dello stesso Pibe sul palco del Massimo in «Tre volte 10», un omaggio di Alessandro Siani, con Diego che raccontava se stesso, fra immagini, aneddoti e qualche palleggio.
Infine tracce di Maradona anche in «E pecché? E pecché? E pecché?», ovvero «Pulcinella in Purgatorio», che Andrea De Rosa ha presentato al San Ferdinando nel 2019, disegnando, fra l’attesa e lo scetticismo, alcuni dei tratti del dna partenopeo espressi da tanti Pulcinella, fra cui anche il Dio del calcio con maglia azzurra e scudetto.