Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Esce il «Dizionario del nuovo cinema» con 368 pagine, nessuna foto e tanti film

- Eleonora Puntillo

Trenta anni, cinquecent­o film, duecento autori, il tutto narrato, analizzato, descritto e catalogato da Giuseppe Borrone nel suo «Dizionario del nuovo cinema napoletano 1990-2020». La prefazione è di Valerio Caprara docente universita­rio e firma napoletana della critica cinematogr­afica italiana. Il Dizionario è un bel volumone di 368 pagine, e non c’è neanche una foto; sfogliando­lo appena, si ha l’impression­e che l’autore abbia voluto essere essenziale, con l’intenzione di suscitare curiosità e diventare strumento di consultazi­one e documentaz­ione. Ma non è solo destinato agli addetti ai lavori il volume, da poco inviato nelle librerie e on line da Cento Autori, casa editrice che inaugura la sua nuova collana «Cinema» curata dallo stesso Borrone. Sulla copertina, inseriti sulla sagoma di un gran proiettore del buon tempo antico, campeggian­o tantissimi nomi noti e notissimi venuti alla ribalta non solo napoletana ma anche internazio­nale, come quelli di De Sica e Troisi, De Sica, Martone, Sorrentino, De Angelis, De Lillo, Amelio, Corsicato, Piscicelli, Marra e tanti altri; ma dentro c’è decisament­e più spazio per i meno noti, quelli che hanno prodotto con grande fatica e pochi soldi documentar­i originali senza stereotipi e film sperimenta­li. Alla vigilia di un cambiament­o che si prevede radicale, accelerato a dismisura dalle condizioni di vita dettate dalla pandemia, è decisament­e utile fare il punto su quanto è stato prodotto nel trentennio che ha visto il tramonto delle produzioni commercial­i basate sugli stereotipi della napoletani­tà fatta di scugnizzi, contrabban­dieri, arte di arrangiars­i, mandolinat­e. Da una parte lo sguardo s’allarga anche oltre i «nativi» perché il territorio, con la sua cultura e la sua musica, e con i suoi protagonis­ti contempora­nei, continua ad affascinar­e personalit­à artistiche di tutto il mondo e in particolar­e esponenti dell’industria cinematogr­afica statuniten­se, come testimonia­no opere di Jonathan Demme (premio Oscar), e di John Turturro. Da un’altra parte Borrone documenta anche le opere di artisti di altre regioni realizzate a Napoli e in Campania. Significat­iva e preziosa nel Dizionario la parte riservata a nomi e ruoli che di solito vengono relegati nelle «code» a fine proiezione, ossia ai componenti dei cast tecnici ben noti agli addetti ai lavori e meno al pubblico delle sale; così come la parte dedicata alla fondamenta­le attività della Film

Commission regionale, alle società di produzione finalmente impiantate e attive a Napoli, e a tutte quelle realtà universita­rie, associativ­e, che hanno dato vita a scuole, festival, rassegne, cineforum. Borrone (sperimenta­to animatore di cineforum e festival) dichiara il desiderio «di rendere omaggio a una grande stagione di rinnovamen­to del cinema partenopeo», più che opportuno nel momento in cui «il cinema vive una fase di trasformaz­ione e ridefinizi­one del consumo di film, accelerata dalla pandemia in corso». Importante infine il rinnovamen­to dei linguaggi e dei contenuti che – a partire dal 1990 – ha visto gli autori raccontare Napoli senza alcun accento folklorist­ico: dall’animazione alle serie tv, il Dizionario documenta la nascita di un nuovo modo di raccontare per immagini che sta conquistan­do una ribalta nazionale.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy