Corriere del Mezzogiorno (Campania)
IL PERSONAGGIO CHE VISSE DUE VOLTE DIEGO PER SEMPRE
Definire Diego Maradona come il più grande calciatore di tutti i tempi è senz’altro corretto, ma non rende esattamente la grandezza di un personaggio che travalica il mondo del Calcio. Per Diego il potente era quello che si spendeva per il popolo, per gli emarginati, il Potere doveva servire alla tutela dei più deboli. Gli altri, i potenti per se stessi, li considerava stupidi, inutili, da combattere. Adorava Fidel Castro, e ne parlava con sussiego, con il rispetto che si deve ad un regnante illuminato, orientato al suo credo sociale. In fondo Diego sfidava tutti, forte della sua vocazione popolare. Castro gli insegnò come una isola in fondo piccola potesse contrastare il gigante americano distante poche miglia. Scelse Napoli perché terreno ideale per svolgere il suo compito, dare fiducia ad una città vessata, si può vincere, contro tutto e tutti. Diego non aveva paura di nulla, forse solo delle sue debolezze. Sfidò la Fifa ai mondiali negli Usa, credevano di sfruttarlo, volevano un buffone a fine carriera da esibire al circo mediatico del mondiale americano. Stupidi, e male informati. Si ritrovarono di fronte il migliore di tutti. E decisero di bloccarlo. L’infermiera che lo prese per mano per un esame doping già scontato è una immagine che non dimenticherò. Considerò la partita Inghilterra-Argentina come una rivincita della guerra delle Malvinas, e vinse. Criticò il Papa per l’opulenza del Vaticano. Ma in fondo, a un ragazzino della periferia più povera di Baires, diventato ricchissimo, poteva anche non importare nulla, e godersi il successo. Ma Diego no, la sua missione era un’altra. Il pallone era l’arma per colpire chi era contro il popolo, per abbattere privilegi. Il pallone come lo scudo di Capitan America, la scure di Zagor. La Ferrari nera una Batmobile. Forse è stato proiettato sulla terra da Krypton, come Superman. Diego ha portato Napoli nel mondo, al di là dei due incredibili scudetti. È nell’olimpo dei grandi napoletani, Eduardo, Totò, Massimo, Pino. Esempi di grandezza assoluta, non legata ad una singola commedia, ad un film, o ad una canzone. E neanche al più bel gol del Secolo, o alla punizione più impossibile da ripetere, o alla mano de Dios contro gli inglesi. Diego è molto di più, è un sentimento, una idea, una rivoluzione. Le cose senza corpo non muoiono mai. Il suo corpo lo era da tempo, era la sua parte normale, quella mortale. Il resto è per l’eternità.