Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Un «Patto di Rete» Così le associazioni scendono in campo
«Per Napoli Civile» lancia un’aggregazione di sigle in vista delle Comunali
Un Patto di Rete Civica «aperto a tutte le forze, sociali e politiche che, partendo dalle Municipalità e dalle esigenze dei Cittadini, costruisca una proposta per la rappresentanza nelle Istituzioni democratiche della Città» in vista delle elezioni del 2021, quando si rinnoverà il Consiglio comunale.
«Dopo l’Appello del 24 luglio scorso, Per Napoli Civile ha continuato il suo percorso di costruzione di un’aggregazione civica autentica ed autonoma dal sistema dei partiti». Dall’incontro di queste forze, «dal confronto di idee e programmi, da un comune obiettivo nell’interesse generale dei cittadini» sta infatti nascendo «una piattaforma, un vero e proprio Patto di Rete, che, ispirandosi alla lealtà reciproca possa mobilitare nuovi entusiasmi e nuova fiducia nei Cittadini elettori».
Ma chi sono i protagonisti dell’«accordo» in itinere? Per ora c’è un documento condiviso — stando agli organizzatori — da tante sigle e da molti napoletani che «intendono fare qualcosa di concreto per la propria città».
«Si va da Insieme per Napoli (Rete di Associazioni) con Luigi Iavarone e Gaetano Brancaccio al Comitato Porto Salvo (Antonio Pariante); da Cittadinanza Attiva (Fortuna Longobardi e Marilù Ferrara) all’associazione Artur (Maria Luisa Iavarone; dai Repubblicani Democratici (Giuseppe Ossorio) a Uniti per Napoli (Sergio Pisani); da
Rinascimento partenopeo (Riccardo Guarino) a Insieme (Alfonso Barbarisi, direzione nazionale); dal Centro Commerciale Naturale Vomero-Arenella (Enzo Perrotta) all’associazione L’Altra Napoli (Riccardo Maria Monti); da Mattia Fagnoni onlus a Valentina Ercolino della Confapi; da Marinella de Nigris di Telefono Rosa. E ancora: Eugenio Mazzarella, Massimo Pica Ciamarra, Massimo Capaccioli e Daniela Villani».
Una Rete «in stretto contatto in vista di un’ipotesi di adesione anche con Base (l’iniziativa promossa a livello nazionale da Marco Bentivogli) e Fondazione Cusani (rappresentata da Dario Cusani)».
La critica «più aspra», che nel documento si muove all’attuale amministrazione partenopea, è «quella di aver avuto una visione della Città astratta, minimalista, autoreferenziale, ribellista e, in estrema sintesi, di assoluto “rifiuto della modernità”, ascrivendosi al populismo inconcludente e non poche volte cialtrone che affligge l’attuale clima politico e sociale».
Eppure, nel mirino delle associazioni non c’è solo il governo cittadino. «Perché naturalmente — scrivono — non tutte le responsabilità sono ad esso addebitabili. Vi ha concorso un sicuro definanziamento degli enti locali e anche la mancanza di un’opposizione netta ed autorevole, che ha fatto emergere anche una debolezza strutturale del sistema dei partiti tradizionali; anche di quelli di più recente formazione».
In questo quadro «gravemente ed ulteriormente compromesso dalla pandemia, la Città si troverà ad affrontare tra pochi mesi le elezioni amministrative».
Il leit motiv è sempre lo stesso: «Il civismo deve partecipare ai processi di rigenerazione della politica, per garantire sia il controllo democratico, sia l’ingresso dei cittadini non solo nelle domande, ma anche nelle risposte della politica. I cittadini hanno il diritto di chiedere alla politica, ma anche il diritto di partecipare alla soluzione dei problemi».
Polemiche
Nel mirino non solo l’attuale amministrazione ma pure l’opposizione