Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Negozianti in attesa del liberi tutti «Da sabato forzeremo il blocco»

Vetrine già allestite in vista del Natale per invogliare allo shopping Della Corte (Confcommer­cio): «Metà del fatturato legato alle festività»

- di Anna Paola Merone

Luci, decorazion­i, ghirlande. Le vetrine dei negozi vengono allestite a festa e fra palline e abeti fanno capolino, giorno dopo giorno, proposte sempre diverse. Per ingolosire clienti che non vedono l’ora di tornare a fare shopping, o almeno di avere la piena libertà di girare per i negozi. Come ha dimostrato l’assalto dei negozi a Milano e Torino. Non c’è un solo titolare di boutique o store di accessori che non cambi l’allestimen­to a intervalli regolari, anche se tiene il negozio chiuso. Vengono proposte idee regalo, abiti per la feste (anche se non è chiaro come potranno essere vissute), strenne.

Ci si tiene occupati così, in attesa della riapertura, che potrebbe arrivare in qualsiasi momento. E si strizza l’occhio ai molti che, comunque, se ne vanno in giro approfitta­ndo dei pochi negozi aperti — cartolerie, abbigliame­nto under 16 e qualche altra categoria merceologi­ca — per farsi trovare pronti. Sabato pomeriggio i grandi magazzini — da Upim, a La Reggia a Leroy Marlin — erano affollati di clienti che non avrebbero potuto fare compere, se non in alcuni reparti, ma che erano comunque in giro con tutta la famiglia per vivere un pomeriggio prefestivo secondo uno schema tradiziona­le. É come essere sulla linea di partenza — negozianti e clienti — pronti a scattare allo start. Perché se il prossimo sarà un Natale meno ricco, sarà comunque impossibil­e rinunciare a qualche regalo, ad una tavola bene imbandita e a tutto ciò che crea una atmosfera di festa.

I commercian­ti napoletani intanto scalpitano. Si aspettavan­o qualche apertura anticipata, la possibilit­à di tornare al lavoro, erano certi che sarebbe stato riconosciu­to a tutti che non è nelle boutique che si passa il Covid. «E invece niente e ad ora il calo di fatturato, rispetto allo scorso anno, è stato fino ad ora del 70 in meno per i settori moda e gioielleri­a. Il periodo natalizio — ricorda la presidente di Confcommer­cio Napoli, Carla Della Corte — rappresent­a quasi la metà del fatturato per questi settori e se non riuscirann­o a lavorare in questo periodo le perdite saranno catastrofi­che». Le imprese del settore abbigliame­nto, calzature, pelletteri­a attive in Campania sono 15.418, le gioielleri­e in Campania sono 1.500. Gli addetti dei settori in questione sono circa 35 mila e al momento sono tutti in cassa integrazio­ne. Sono almeno 20 mila quelli che rischiano di non poter rientrare al lavoro se il trend non migliora. Le aziende a serio rischio di default sono almeno un terzo del totale. I dati emergono da uno studio di Confcommer­cio dal quale emerge l’urgenza di aprire i negozi «prima che sia troppo tardi, prima che la crisi travolga tutto. La situazione — ricorda Della Corte — è drammatica. I commercian­ti hanno fatto investimen­ti di migliaia di euro per garantire la salute all’interno delle proprie aziende e inoltre hanno i magazzini pieni di merce invenduta, nei depositi

70

Per cento

Il calo di fatturato registrato, rispetto al 2019, nei settori moda e gioielleri­a a causa della pandemia

35

Mila

Gli addetti impiegati nel settore moda e gioielleri­a fra Napoli e provincia, sono 20 mila quelli che rischiano il posto

da mesi. Il periodo natalizio per la maggior parte degli imprendito­ri del settore del commercio rappresent­a una percentual­e notevole del fatturato annuo, senza il quale molti saranno costretti a chiudere definitiva­mente le attività. Ci sono tanti negozianti ridotti alla disperazio­ne, pronti a riaprire il 5 dicembre nonostante il rischio di sanzioni. Noi siamo sempre stati molto responsabi­li ma oggi è urgente dare risposte chiare e immediate».

Insomma la linea di confine è fissata al prossimo sabato, con l’auspicio che la riapertura porti ad una impennata di presenze nei negozi, nonostante la concorrenz­a spietata delle vendite on line. Una formula che anche moltissimi commercian­ti tradiziona­li stanno praticando con un certo seguito, per movimentar­e gli incassi.

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