Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Pozzuoli si mobilita per la Tanzania

Cinquanta bambini e una missione per aiutarli Il benefattor­e che ha «contagiato» la comunità

- Chiara Caminiti

Pozzuoli chiama Tanzania è il titolo di una storia d’amore, iniziata tredici anni fa, tra i bimbi del villaggio San Francesco, in quel di Bunda, e Franco Testa, puteolano doc. Era un giovane uomo appassiona­to di viaggi quando decise di visitare la Tanzania insieme a due amiche e lì, toccando con mano la sofferenza e la povertà, scattò qualcosa dentro di lui. «Alla vista di una scuola di trecento metri incompleta e fatiscente nella diocesi di Mwanza, decisi di assumermi l’impegno di portarla a termine- racconta Testa - e così feci».

Furono però i bambini, veri protagonis­ti della magia dell’Africa, a suggellare quel legame che da allora non si è più spezzato. E dall’esigenza di assicurare un piatto caldo e un posto sicuro a quei piccoli, colpevoli solo di essere nati nella parte di mondo sbagliato, prese vita l’Associazio­ne Africa in Testa, che oggi segna tra i suoi traguardi più grandi la costruzion­e del Villaggio

San Francesco, a Bunda, dove vivono cinquanta bambini.

Kasta, Baraka, Eva, Joffrey, Reema e tanti altri sono stati salvati da un destino crudele, hanno del cibo assicurato quotidiana­mente, hanno accesso all’acqua e alla scuola senza dover camminare per ore, hanno un letto dove poter dormire e dei giochi che gli ricordano di essere ancora dei bambini, ma soprattutt­o hanno l’amore e la cura, la cosa più preziosa che Franco potesse donargli. Verrebbe allora da chiedersi cosa c’entri Pozzuoli in tutto questo. La risposta sta nel fatto che Testa non ha mai abbandonat­o le sue origini anzi le ha rese uno dei suoi maggiori punti di forza. «Pozzuoli oggi è Bunda e la partecipaz­ione dei miei concittadi­ni in questa missione è stata straordina­ria», racconta ancora.

Sold-out per il concerto di Africa in Testa al Palaparten­ope, out of stock per i calendari dell’associazio­ne venduti nelle vie del centro storico di

Pozzuoli, donazioni, mercatini di Natale lungo la Darsena, sono solo alcuni degli esempi di solidariet­à che hanno investito il centro della zona flegrea.

Numerosi i volontari che ogni anno partono per la Tanzania, desiderosi di conoscere i sorrisi e gli occhi di quei bambini che oggi crescono al sicuro sotto la guida di suor Anna, suor Jennifer, suor Patrizia e suor Arta, il braccio destro di Franco in questo progetto. Il flusso di energia positiva che si è creato intorno a questa missione ha fatto sì che questi piccoli diventasse­ro figli anche di Carmela, che a Pozzuoli è la fioraia, di Mariarosar­ia, che nel centro storico conduce i trasporti, di Anna Pia, così come di Maurizio, di Giuseppe e di tanti altri ancora.

Oggi Africa in Testa è patrimonio della città di Pozzuoli a tutti gli effetti e questa famiglia ogni anno cresce sempre di più.

«Il mio sogno è stato realizzato e l’accoglienz­a dei bambini ogni volta che arrivo al villaggio ne è la conferma, ma gli obiettivi da raggiunger­e non sono finiti», ci confida il benefattor­e puteolano. Il passo successivo sarà creare altre fondazioni per consentire ai bambini, che un domani saranno adulti, di avere un lavoro e non tornare per le strade.

«Solo allora il mio progetto sarà completo».

Franco Testa

«Il sogno si è avverato, ora però penso ad altre fondazioni per dare un futuro ai ragazzi»

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