Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La casa segreta dove si ritorna alla vita
A Mugnano c’è un luogo per donne maltrattate Dal 2008 ospitate 260 persone. Anche bambini
C’è un luogo dalle parti di Mugnano dove le donne maltrattate tornano alla vita. Riconquistano la libertà. C’è una casa, il cui indirizzo è ultrasegreto, in cui riescono a ritrovare il respiro e possono guardare al futuro. È la Casa per donne maltrattate Karabà, gestita dalla coop Dedalus che ospita le vittime di violenza domestica e di tratta ai fini dello sfruttamento sessuale. Un luogo che dal 2008 a oggi ha ospitato circa 260 persone tra donne e bambini.
«Lo scopo di case come Karabà – spiega Tania Castellaccio, coordinatrice dell’area accoglienza donne di Dedalus – non è solo quello di essere un rifugio per queste donne ma di aiutarle e costruirsi un futuro diverso. Migliore. Sicuro. Un luogo schierato a favore delle donne. Tanto che sono donne le persone che ci lavorano: operatrici dell’antiviolenza, psicologhe, avvocate e esperte che possano accompagnare le nostre ospiti nel complesso meccanismo di inserimento nel mercato del lavoro». Questo perché non c’è libertà possibile senza un’autonomia economica.
«La violenza ha tanti volti – dice Tania – Ma di certo spesso parte da uno squilibrio di potere che è maledettamente a favore degli uomini, se così possiamo chiamarli, autori della violenza. Così a Casa Karabà ci si impegna per portare al cosiddetto empowerment femminile. A volte sorrido quando sorprendo la gente raccontando di quella volta che abbiamo portato quella ospite al mare, o le altre a fare un picnic. La gente si chiede: ma possono uscire? Karabà, come tutte le strutture del genere, non è una prigione. È luogo di libertà. Di crescita in cui le donne riescano finalmente ad avere i loro spazi, e, sebbene con un po’ di lavoro, a tornare a sorridere».
Un luogo che ospita donne di ogni età. Italiane e migranti. Questo mentre a Mugnano
a settembre è stato inaugurato, in un bene confiscato ai Casalesi, dall’amministrazione comunale e sempre da Dedalus Kint Sugi, uno sportello antiviolenza per garantire servizi di ascolto, sostegno psicologico e legale sia per le donne che subiscono maltrattamenti che per i loro figli minori. «Tra l’altro Dedalus sostiene una miriade di percorsi di accoglienza e orientamento al lavoro – dice Andrea Morniroli, coordinatore dell’Area Tratta - per persone vittime di tratta, minori stranieri non accompagnati, donne in difficoltà, persone transessuali. Ad esempio, con Fuori Tratta, progetto che ci vede come capofila, finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità, siamo attivi sul territorio con un servizio di unità mobile. In poche parole, andiamo in giro per tutta la Campania con un camper per incontrare, ascoltare, aiutare le potenziali vittime dello sfruttamento sessuale e lavorativo. E l’aiuto va dal fornire materiale informativo sui loro diritti fino all’assistenza legale; dal parlare con loro dell’importanza della prevenzione per quanto riguarda le malattie sessualmente trasmissibili fino a una vera e propria assistenza sanitaria quando necessario. Lo scopo finale? Far capire loro che quando saranno pronti a fuggire dai loro aguzzini, quando avranno bisogno di una mano, non saranno soli».