Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il sindaco di Novara: «Ma quel deficit non è colpa di Napoli»
Alessandro Canelli, sindaco di Novara e rappresentante della Lega per la finanza locale, oltre che delegato su queste materie dell’Anci, ha partecipato al vertice. In quest’intervista al Corriere del Mezzogiorno, il giovane primo cittadino del Carroccio a capo di una giunta di centro destra spiega i risultati dell’intesa.
Sindaco, che passi farete dopo il vertice di ieri?
«Subito una norma ponte che definirei interpretativa della sentenza della Consulta del 2021, al fine di ottemperare alle prescrizioni dei giudici».
Com’è stato il clima politico, c’era un’effettiva condivisione da parte di tutti?
«Ho avuto una sensazione positiva. Anche perché la proposta della viceministra all’Economia Laura Castelli teneva conto delle continue interlocuzioni tecniche di questi giorni».
La norma ponte però è una soluzione che tampona un’emergenza in vista dei bilanci a fine mese. Ma dopo?
«Nel vertice è stata manifestata un’unanimità anche sul fatto che è solo un modo per arrivare a una soluzione strutturale, che preveda l’accollo da parte dello Stato di questi debiti diventando lui stesso in prima persona creditore dei Comuni che li restituiranno in un arco trentennale».
Non c’è dubbio che si imponga una riflessione complessiva sulla finanza comunale.
«Tutto nasce, secondo noi della Lega, dalla mancata attuazione della legge delega sul federalismo fiscale. Stabiliva che lo Stato dovesse intervenire, non solo con un sistema di perequazione orizzontale ma anche, direi soprattutto, verticale. E l’obiettivo era proprio quello di sanare il gap dei Comuni più deboli, a cominciare da quelli meridionali».
Non a caso lo spalma debiti riguarda migliaia di Municipi, la maggior parte al Sud. E non a caso la recente decisione della Corte Costituzionale ha fatto tremare tanti Municipi del Mezzogiorno, Napoli in testa.
«Quando si parla di sentenze della Consulta, vorrei però ricordarne anche un’altra, secondo me molto importante, la quale statuì che le crisi finanziarie degli Enti Locali non sono solo effetto di mala gestio da parte degli amministratori ma anche di condizioni socio-economiche svantaggiate».
Detto da un leghista e sindaco al Nord fa un certo effetto.
«Tra i grandi Municipi problematici ci sono Napoli, Catania ma anche Torino. Non c’è dubbio, però, che la maggior parte siano piccoli. Non sempre è la conseguenza di scarsa capacità amministrativa, pensi a quelli che non ce la fanno con la riscossione delle imposte. E poi i tagli ai trasferimenti erariali hanno fatto il resto».
Napoli è lontana da Novara.
«Ma il vostro sindaco non può doversi far carico di milioni di debiti che erano in capo al Commissario al terremoto già decine di anni fa».
A tal proposito, anche la sua città ha problemi di bilancio o i vostri conti sono in ordine?
«Sono primo cittadino di Novara dal 2016. I conti sono a posto. Ho addirittura anticipato a cinque anni la restituzione precedentemente prevista dalla legge in trenta. E il Municipio oggi rispetta tempi di pagamento molto serrati, i creditori ricevono le loro spettanze in media in 24 giorni».
Sindaco, da delegato Anci per la finanza locale, ci dica: dalle vostre stime tutti i Comuni italiani sono in crisi finanziaria?
«No, circa il 15%. Ma dover restituire in 3 anni invece che in 30 i soldi riguarda tutti dopo la recente decisione della Corte. La fragilità della finanza locale è una realtà con cui i sindaci sono costretti a fare i conti».
Le crisi finanziarie degli Enti Locali non sono solo effetto di
mala gestio da parte degli amministratori ma anche di condizioni socio-economiche svantaggiate