Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Appelli al voto senza piazza I 5 Stelle con il dem Marino Zinzi: ma ora discontinuità
Il longevo amministratore contro il figlio dell’ex leader dc La sfida futura sul biodigestore, sulla sicurezza e sul turismo
CASERTA È più il vento del passato che il futuro a scompigliare i capelli di questo ultimo scorcio di campagna elettorale casertana, nel quale tra i due contendenti al ballottaggio — il sindaco uscente Carlo Marino, del Pd, fermatosi al 35,34%, e Gianpiero Zinzi, capogruppo regionale della Lega, per il centrodestra, al 30,06% — la vera sfida sembra consumarsi sui rispettivi pedigree: quello di Marino, al quale viene ricordata la sua esperienza amministrativa lunga 24 anni, iniziata come assessore di Forza Italia con il centrodestra; e l’altro, di Zinzi, giovane lui, ma pur sempre figlio di Mimì, ex dc poi udc, già presidente del consiglio regionale ai tempi di Bassolino, assessore regionale ai tempi di Rastrelli e poi sottosegretario alla Salute e presidente della Provincia. Insomma, sono i quadri di famiglia con le foto ingiallite alle pareti del salotto a fare la storia scomoda di questo duello elettorale. E forse è soprattutto ciò ad acuire la voglia di differenziarsi di Marino. Mentre per l’esordiente aspirante sindaco Zinzi è la martellante campagna anti leghista del suo avversario ad insidiarne le ambizioni.
Il duello è proseguito anche ieri sera, sebbene il sindaco abbia vietato l’uso delle piazze per la chiusura della campagna elettorale, quando entrambi i concorrenti hanno lanciato l’ultimo appello. «Non sarà un referendum tra centrodestra e centrosinistra — ha detto Zinzi ai suoi, assiepati nel cortile di un palazzo storico di corso Trieste — ma un voto su chi ha amministrato male Caserta e chi, invece, pensa di valorizzarne le potenzialità, a cominciare dal turismo, dall’ambiente e dalla sicurezza. Le domande sono chiare: Caserta è più pulita, più sicura, ha più asili nido di cinque anni fa? Ed allora, si abbia il coraggio della discontinuità».
Marino, a poca distanza, in via De Franciscis, si è incontrato con i suoi supporters per un aperitivo, forte per essersi guadagnato l’appoggio dei 5 stelle e di qualche altro candidato naufragato al primo turno. E se sarà riconfermato, la sua sarà la seconda nuova amministrazione in Campania nata dal patto con i pentastellati alle elezioni di ottobre. «Mi ha appena chiamato il presidente Conte — ha riferito — c’è voglia di fare tante cose assieme ai 5 Stelle, alle associazioni, ai giovani. La mia giunta sarà composta da tecnici e politici. Siamo il primo Comune in Campania ad aver ricevuto uno stanziamento di 15 milioni di anticipo sul Pnrr. Se c’è qualcosa che dovrò cambiare? Sì, mi riprometto di avere più coraggio nelle scelte. Mentre di questa campagna elettorale mi porto dietro il contatto costante con i giovani, con la loro creatività: saranno il motore dei prossimi cinque anni di governo locale». Il suo avversario continua ad incalzarlo sul biodigestore che dovrà sorgere a poca distanza dalla Reggia. Lui considera ogni ipotesi: «Sono aperto a qualunque soluzione alternativa — ribatte — e deciderò con i cittadini. Se a Caserta non vi è un luogo idoneo, si potrebbe realizzarlo in una zona industriale». Poco per volta si scivola sulle posizioni dello sfidante. «Io — controreplica, infatti, Zinzi — tre anni fa chiesi a Maddaloni di fornire disponibilità ad ospitare l’impianto nella zona industriale, contigua a quella di Acerra dove già sorge il termovalorizzatore, altrimenti risolviamo il ciclo dei rifiuti, ma non l’inquinamento del traffico dei mezzi di trasporto dei rifiuti».
Ma mentre per Marino sono arrivati a dargli una mano tutti i big del centrosinistra, l’ultimo è stato Enrico Letta, per Zinzi la battaglia è quasi in solitaria: Salvini, i ministri Giorgetti e Garavaglia, Meloni,
Ronzulli sono passati da qui alla vigilia del primo turno. Ora, invece, Zinzi ha voluto campo libero, probabilmente per evitare di rimanere incollato all’etichetta di leghista («Mi hanno dato del fascista, razzista, antisemita. Non sapevo di esserlo») che i suoi avversari hanno preso di mira assieme a quella di provenire (sempre per il papà) dalla vicina Marcianise e non essere, dunque, un casertano doc.
«Loro ci insultano, io dico che il biodigestore non va realizzato a Caserta — sottolinea — e che le cave vanno chiuse, dato che insistono a ridosso del policlinico da completare. Ma i cavatori sono con Marino. Un errore di cui mi rammarico? Forse quello, sebbene non sia dipeso da me, di essere partito troppo tardi con la campagna elettorale, ma in compenso posso contare su una rappresentanza consiliare di giovani. La mia sarà una giunta di eletti e tecnici, quest’ultimi da impegnare per Ambiente, Finanze e Urbanistica».
Il finale Ieri i due aspiranti sindaco hanno chiuso in piazza il duello