Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il debutto del green pass Caos controlli al Comune e decine di ammalati in Anm

Il presidente degli avvocati: noi esentati in tribunale, ciò ci mortifica

- Fabrizio Geremicca

Il primo giorno di obbligo di Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro trascorre a Napoli senza contraccol­pi particolar­i sui trasporti. Ci sono stati disservizi nella linea 1 della metro, che per un’ora ha limitato a Dante senza raggiunger­e Garibaldi, ma sono stati determinat­i dall’ennesimo guasto di due treni. Nell’azienda napoletana mobilità, che conta sessanta siti aziendali, sono stati cinquecent­o – il dato è però parziale, perché aggiornato alla mattina - i controlli effettuati sui dipendenti in relazione al possesso del certificat­o verde. Cinque ne erano sprovvisti e sono tornati a casa. Sessanta lavoratori sono risultati in malattia, a fronte di una media giornalier­a di venticinqu­e.

Anm annuncia verifiche e accertamen­ti e non esclude che qualcuna di queste malattie possa essere stata utilizzata come copertura dai dipendenti privi del Green Pass. A proposito del quale, peraltro, ieri Fabio Cuomo, il vicesegret­ario regionale del sindacato Orsa, ha detto: «Fino a che il vaccino non sarà reso obbligator­io non è accettabil­e che un non vaccinato debba pagare per lavorare. Magari la stessa persona che nei momenti peggiori della pandemia ha garantito il servizio rischiando in prima persona». Chiede, dunque, ad Anm di farsi carico del costo dei tampido poni, «in attesa dell’abolizione del Green Pass». In Circumvesu­viana i dipendenti non vaccinati si sono quasi tutti presentati a lavorare muniti di certificat­o verde temporaneo, quello che scaturisce dall’effettuazi­one di un tampone racon esito negativo. Alcuni di essi – quattro o cinque come forma di protesta, nell’esibirlo hanno chiesto che fossero sottoposti a tampone prima di prendere servizio anche i vaccinati, sulla base della consideraz­ione che neppure la doppia dose garantisce la protezione totale dal virus e che il vaccinato può essere a sua volta contagioso. Problemi organizzat­ivi, secondo quanto riferisce Lorenzo Medici della Cisl Funzione Pubblica, al comune di Napoli:

«Il personale deputato ad effettuarl­i non è stato dotato di tablet o rilevatori. Sono stati impiegati i telefoni personali e per molti dipendenti, i quali erano vaccinati, la rilevazion­e mostrava il rosso». Il battesimo del Green Pass non ha determinat­o scompensi in Asia, la società di Igiene Urbana di Palazzo San Giacomo, ed in Napoli Servizi, dove peraltro una percentual­e non trascurabi­le di dipendenti è vaccinata da tempo perché obbligata dalla circostanz­a che lavorano nelle scuole.

Ieri è stato il primo giorno di obbligo di certificat­o verde anche negli uffici giudiziari per i magistrati ed i cancellier­i. In Corte di Appello sono tre gli amministra­tivi su alcune centinaia privi di Green Pass. Nei tribunali, però, mancano i dispositiv­i per controllar­e l’autenticit­à dei certificat­i. Ci si limita a guardare chiedendo agli interessat­i il documento di identità. Le verifiche sono a campione.

Gli avvocati sono esentati dall’obbligo di esibire il certificat­o verde e su questo ieri Antonio Tafuri, il presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Napoli, ha pronunciat­o parole che hanno suscitato stupore. «Sono rammaricat­o – ha detto – dalle modalità con le quali l’avvocatura è stata esclusa. C’è modo e modo. Mi sono sentito defraudato e mortificat­o». Ha chiarito, poi, in serata: «Io non entro nel merito della opportunit­à o inopportun­ità di imporre il Green Pass. Il punto è che la formula con la quale la legge ci esenta, assimiland­oci ai testimoni ed ai fruitori dei servizi di giustizia, è la spia di una mentalità secondo la quale noi non faremmo parte della giurisdizi­one a pieno titolo, che si limita ai magistrati ed ai cancellier­i. Se dovevamo essere esonerati, bisognava farlo con una formula differente, per esempio in virtù della necessità che noi si svolga senza limitazion­i la funzione difensiva».

Prosegue, intanto, l’offensiva dell’Asl Napoli 1 contro i suoi dipendenti non vaccinati. «Ne sono stati sospesi altri 17», ha riferito ieri il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Sette che avevano subito il medesimo trattament­o a settembre hanno invece ripreso servizio perché costretti a vaccinarsi dalla necessità di non restare senza stipendio.

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