Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il 19enne Valda al garante dei detenuti: la mia pistola era a salve
NAPOLI «Valda sostiene di aver utilizzato una pistola a salve. E ci sarebbe stata una risposta, di altri giovani che erano nella zona degli chalet, con armi vere. Secondo la sua ricostruzione, sarebbero stati questi colpi a uccidere Maimone. Non i suoi, che erano a salve». Francesco Pio Valda aveva scelto di non rispondere alle domande del gip, durante l’udienza di convalida dell’arresto per l’omicidio del 18enne a Mergellina, nel centro di Napoli. Ma nel corso del week end, in occasione della visita in carcere del , il giovane ha deciso di parlare.
«Mi ha raccontato — spiega Ciambriello — la sua vita e la sua sofferenza. E ha descritto quello che per lui è accaduto in quella tragica serata. La verità, però, la sapremo solo dalle indagini e dal processo».
Ma lei gli ha chiesto perché non ha raccontato queste cose al gip?
«Certo, immediatamente. Lui mi ha risposto di aver detto tutto, ogni minimo particolare, dopo l’arresto. In Questura».
Anche dove ha nascosto la pistola? E dove sono queste scarpe da mille euro che sarebbero alla base del litigio che ha portato agli spari?
«Mi ha ribadito di aver rivelato agli investigatori il luogo dove ha lasciato l’arma. E quando gli ho chiesto delle scarpe, mi ha detto che erano stupidate. Che gli spari erano stati causati da uno screzio verbale tra due gruppi».
Come sarebbe nato questo scontro?
«Ci sarebbe stata una lite tra il suo gruppo e alcuni giovani di Soccavo. Nel caos che si è scatenato, lui sostiene di aver estratto la pistola e di aver sparato in aria. Dall’altro gruppo, qualcuno gli avrebbe gridato qualcosa del tipo “tu spari a salve, noi abbiamo proiettili veri”. Lui non si sarebbe neanche reso conto che Francesco Pio era a terra morto».
In che condizioni fisiche e psicologiche ha trovato il ragazzo?
«È venuto al colloquio con due pacchetti di sigarette, fuma in continuazione. Io gli ho parlato di Francesco Pio Maimone e di quanta gente sta soffrendo per quella morte».
Come ha reagito?
«Mi è sembrato triste, mi ha raccontato che la madre, quando lui è nato, aveva avuto una gravidanza difficile: il padre spesso la picchiava. Per questo aveva fatto un voto a San Pio, ecco perché si chiama così».
Oltre lei, qualcuno è andato in carcere per un colloquio?
«Sì, la sorella».