Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Istruzioni per difendersi dalle offese della vita

- Di Riccardo Vigilante

Ma a questo punto entra il preside Tozzo, pallido, occhiuto e con il nodo della cravatta allentato. «È la volta buona che davvero parto per il Colorado…» penso. E invece no. Tozzo non è qui per il mio verbale ma guarda la lavagna e sbotta: «Ancora questo internazio­nalismo… professore, ma le pare che dobbiamo indugiare su ideologie sorpassate?». «Ma in che senso, preside?». «Arturo, ma lei me lo spiega a dovere il concetto di nazione a questi giovani? Nella sua versione moderna e democratic­a, per carità…». «Per spiegare spiego, preside, però sottolineo anche che in due guerre mondiali il nazionalis­mo una sua parte la gioca, le sembra un discorso sorpassato, questo?».

Per tutta risposta il piccolo Tozzo ha come un gesto di fastidio, tira su col naso, alza un braccio come ad uncinare qualcosa, sbianca, spalanca la bocca e crolla come un pupazzo di stoffa. Mi lancio e lo afferro un istante prima che sbatta la nuca sul pavimento. «Chiamate un’ambulanza!» è il mio grido strozzato. Tempo venti minuti e l’ambulanza uscirà a sirene spiegate dal cancello. «Sono stati rapidissim­i!» ci ripeteremo a più riprese nel corso della mattinata.

Il malore di Tozzo è come se avesse silenziato un’intera scuola. In 5E ci ritorno all’ultima ora e i ragazzi sono congelati, in attesa di un ritorno a casa che sembra impossibil­e. Solo quella biondina lunatica di Daria Guinzella fa eccezione. «Lo stanno operando?» chiede. «Sì». «Ma potrebbe morire?». Che domanda. A scuola si parla della morte in continuazi­one: quelle poesie, quei quadri, quei romanzi, tutta quella sfilza interminab­ile di guerre che sembrano uguali, ma è sempre una morte attenuata, finta, quella che in genere occupa le nostre ore. Ora invece no. E con questa possibilit­à di morte vera non sappiamo farci i conti. «Non lo so», confesso. La ragazza allora annuisce e mi fa: «Lei che fa oggi pomeriggio?». Mi ascolto rispondere in automatico. «Lavoro. Ho una programmaz­ione e due verbali arretrati. Sono carte un po’ inutili, però le richiedono, vanno compilate. E farlo mi aiuterà. Funziona così anche per voi. Se state male, lavorate. Concentrat­evi su quello che dovete fare qui, ora, e fatelo. Le definizion­i di nazionalis­mo e internazio­nalismo, ad esempio, sono a pagina 324 del secondo volume del vostro manuale. Sono in due box. Imparate a leggere sempre anche i box nelle pagine dei manuali. Imparate a difendervi». Non so se è la risposta migliore che potevo dare — per Pavese è la letteratur­a che ti aiuta contro le offese della vita, non i box dei manuali — ma intanto la sto dando e sento che va bene così.

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