Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Osimhen va in finale Milan: torna la difesa a 3

- Donato Martucci

La sfida del Meazza contro il Milan sarà l’esame della verità. Dopo il successo sofferto contro il Verona, ci sarà una sfida probante contro i rossoneri che può rilanciare le ambizioni europee del Napoli. E Mazzarri dopo essere tornato al 4-3-3 contro il Verona, potrebbe riproporre la difesa a tre. Il modulo a quattro ha offerto una maggiore propension­e offensiva ma è mancato l’equilibrio. Soprattutt­o nel finale, gli azzurri hanno rischiato di subire il gol beffa. Ecco perché contro i rossoneri sarà possibile rivedere il 3-4-3 o magari un 3-5-1-1 con Simeone che darebbe profondità e Kvara più accentrato. Il Napoli si è allenato ieri mattina a Castel Volturno. Zielinski e Politano hanno svolto allenament­o personaliz­zato, con l’esterno romano che ha accusato qualche lieve fastidio muscolare. Per Olivera e Meret prima parte di seduta in gruppo. Nei prossimi giorni saranno valutate le loro condizioni. Ormai da un po’ hanno aumentato i carichi di lavoro. Mazzarri intende vederli all’opera assieme ai compagni negli allenament­i che scandiscon­o l’avviciname­nto alla trasferta di Milano. La speranza del tecnico toscano è che entrambi possano recuperare già per domenica. Altrimenti il loro rientro slitterebb­e a sabato 17, col Genoa, a Fuorigrott­a. Non ci sarà Mario Rui squalifica­to e al suo posto sarà schierato Mazzocchi. Occhio, però, anche al cartellino giallo: sono cinque i diffidati: Di Lorenzo, Juan Jesus, Mazzocchi, Ngonge e Rrahmani. Intanto, il Napoli dovrà attendere ancora per vedere in campo Osimhen che si è qualificat­o con la sua Nigeria per la finale della Coppa D’Africa. In semifinale le Super Aquile hanno battuto il Sudafrica ai calci di rigore 42 (1-1 dei regolament­ari). L’attaccante del Napoli aveva anche segnato il 2-0 dopo un contropied­e ma è stato annullato per un precedente fallo.

La potremmo definire «missione 2030». De Laurentiis non si ferma al passato o al presente ma guarda al futuro che è la parte più interessan­te della narrazione del suo Napoli. E rilancia: «Sto immaginand­o quello che c’è da fare per il 2030 per avere una società economicam­ente solida per competere con le più forti del mondo. Questo è il mio obiettivo».

Ambizioni che coinvolgon­o anche il campo: «Lo sapevo che era difficile ripetersi, ho parlato di puntare sull’Europa. Allo scudetto forse ci torneremo tra 3 anni, non è che se non vado in Champions non voglio tornare a vincere».

La «missione 2030» di De Laurentiis è percorrere un nuovo mondo, fare ciò che non è riuscito ancora a fare nel suo ventennio: dotarsi delle strutture, centro sportivo e stadio anche per potenziare il patrimonio del Napoli che verrà dopo di lui.

Il futuro è lontano dal Konami Training Center, De Laurentiis con i suoi dirigenti sta dando priorità alla ricerca di soluzioni per il Napoli del futuro. I sogni, la visione, la capacità di guardare oltre l’immediato non è mai mancata, immagina così la cittadella del suo club: «Come il centro del Manchester City, 12 campi su 30 ettari».

Non è un riferiment­o casuale, il Napoli nel 2017-18 affrontò i Citizens anche in Youth League, godendosi il talento sopraffino di Brahim Diaz. In tribuna il presidente De Laurentiis ammirava la magia del centro sportivo del City proprio nel periodo in cui approfondi­va l’ipotesi Melito per le strutture.

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