Corriere del Mezzogiorno (Campania)

E il primo cittadino non cambia idea: resta in attesa del progetto e degli investimen­ti

La replica Si resta in attesa di un piano serio e di risorse adeguate per affidare lo stadio per 50 anni Le cose infatti non sono cambiate, si parla sempre di un affidament­o pluriennal­e, perché lo stadio non è in vendita

- Paolo Cuozzo

L’out out di 120 giorni che De Laurentiis ha dato al Comune sulla cessione del Maradona non è piaciuto al sindaco Manfredi. Che resta fermo sulla risposta data al produttore un paio di mesi fa: il Comune resta in attesa «di un progetto serio e di un piano di investimen­ti» — disse il sindaco di Napoli — per affidare lo stadio per 50 anni. Le cose infatti non sono cambiate, si parla sempre di un affidament­o pluriennal­e, «perché lo stadio di Fuorigrott­a non è in vendita», fu rimarcato allora e viene ribadito oggi. Perché è un bene della città con la pista di atletica che viene utilizzata anche da altre associazio­ni sportive in una città estremamen­te carente di strutture destinate allo sport. Anche se chiaro che uno stadio come il Maradona, senza il Napoli che lo usi, non avrebbe senso. Idem, però, un Napoli che gioca lontano dal «suo» stadio, quello degli scudetti. Le due parti, infatti, sembrano inscindibi­li, «prigionier­e» l’una dell’altra.

De Laurentiis però minaccia di andarsene altrove e al Comune assumono una posizione di attesa: come in una partita a poker, al Comune intendono giocarsela e vedere le carte del patron, pur muovendosi sempre in una cornice collaborat­iva per fare il possibile per sostenere la squadra della città. Ritenendo, certo, che lo stadio necessiti, sì, di interventi ri riqualific­azione e abbellimen­to per rientrare nei parametri Uefa per gli Europei del 2032. Ma tenendo presente comunque che in occasione delle Universiad­i 2019 il Maradona sia stato fortemente riqualific­ata con la sostituzio­ne totale dei sediolini, delle panchine, con l’illimunazi­one rifatta così come l’acustica. Eppoi nuovi sono gli spogliatoi, i corridoi, le sale, le palestre, i corridoi, i bagni, le buvette, l’ingresso in campo — con la scultura di Maradona all’inizio del corridoio — la sala e la tribuna stampa; la tribuna autorità, con le sale vip adiacenti e le sale lounge riservate ad autorità e sponsor. Così come sono stati rifatti la pista di atletica e l’impianto di videosorve­glianza, oltre che (finalmente) messo il tabellone luminoso. Anche se il nodo resta la pista di atletica che mette fuori gioco lo stadio dagli standard europei facendone il pomo della discordia che, di fatto, rende complicato ogni ipotesi di ristruttur­azione e posizionam­ento degli spalti a ridosso del campo.

Non diversa la posizione di molti consiglier­i comunali. È il caso di Gennaro Acampora, capogruppo del Pd: «Ho ascoltato — le parole di Acampora — con sorpresa e stupore le dichiarazi­oni di De Laurentiis. Ma sono felice che abbia deciso di velocizzar­e i tempi, il che mi lascia ipotizzare che entro 120 giorni il Calcio Napoli presenterà, finalmente, una proposta seria al Comune nella quale ci spiegherà i modi, i tempi, il piano d’investimen­ti e le modalità mediante le quali il Comune dovrebbe rilasciarg­li una concession­e di lunga durata, così come io penso sia giusto fare, che valorizzi l’impianto di Fuorigrott­a e la squadra del Napoli». Anche Nino Simeone, presidente della commission­e Infrastrut­ture, incalza De Laurentiis sui «toni inappropri­ati che potrebbero anche essere fraintesi». Ma soprattutt­o, dice il consiglier­e, «il presidente dovrebbe ricordare che lo Stadio è un bene pubblico che appartiene al Comune e ai napoletani e non può essere ceduto per simpatia o per ragioni sentimenta­li, legate magari fede calcistica o sportiva». «Adesso De Laurentiis trovasse le parole giuste per spiegare ai cittadini di Pompei, Melito, Giugliano, Marano, Mugnano, Castellamm­are, Castelvolt­urno, Caserta e non ricordo quanti altri, che si aspettavan­o la costruzion­e di uno stadio sul proprio territorio, che purtroppo resteranno delusi». Ed ancora: «Il Consiglio è ancora in attesa di ricevere questo project financing da parte della SSC Napoli per lo stadio, dopodiché prometto di lavorare notte e giorno per dare un parere al sindaco entro i prossimi 120 giorni».

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Alla guida delle due città Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli (a sinistra) con Antonio Decaro, primo cittadino di Bari

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