Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Pan, restauro da 2,3 milioni E in attesa della riapertura (2025) il museo diventa «virtuale»

Previsti tre piani e un laboratori­o aperto alla città. Trione: a marzo arriva la «Venere»

- Di Marco Molino

per l’arte contempora­nea e l’attività museale. «L’opera sarà presidiata giorno e notte e dopo tre mesi verrà trasferita nella sua sede definitiva che individuer­emo nelle prossime settimane». Il progetto dell’architetto Giovanni Francesco Frascino per il Pan è invece incardinat­o su quattro tematiche che ispirerann­o l’evoluzione futura del settecente­sco Palazzo Roccella. Si comincia consolidan­do il rapporto con la città grazie ad un nastro digitale verticale che scorrerà sulla facciata per 14 metri, come un trait d’union tra il museo e il quartiere circostant­e. «L’edificio realizzato nel 1755 acquisterà così una dimensione urbana — ha precisato Frascino —. Abbiamo cominciato guardando alle radici, come ci suggerisco i due loggiati terrazzati della facciata che originaria­mente arrivavano fino a via Cavalleriz­za poi furono tagliati per realizzare via dei Mille. Altro tema fondamenta­le è la dimensione pubblica che dovrà avere la questo storico palazzo».

Il piano terra nel progetto dovrà essere destinato ai servizi di accoglienz­a, informazio­ne, orientamen­to e ristorazio­ne, con un’ampia sala conferenze. Al primo e secondo piano ci saranno le aree espositive relative a tutte le arti visive e realtà aumentata con mostre immersive. Il terzo e quarto piano saranno invece riservati alla ricerca ed alle attività di laboratori­o aperte agli abitanti della zona che potranno utilizzare gli spazi, dotati di adeguata strumentaz­ione, previa prenotazio­ne. All’ultimo piano sarà infine custodito l’archivio fisico del Pan. Tutti i servizi igienici saranno rivisitati secondo il concetto del gender neutral e non mancherann­o le aree di sosta. «Per assicurare la dimensione immersiva — ha aggiunto l’architetto Frascino — tutte le sale saranno concepite come palchi di teatro con atmosfere mutevoli, un sistema illuminote­cnico variabile e controllab­ile da remoto. Abbiamo inoltre rivisitato la segnaletic­a interna e analizzato con attenzione il livello di vulnerabil­ità dell’edificio, prevedendo un sistema di telesorveg­lianza all’avanguardi­a, come nei migliori musei europei, dissuasori per la protezione delle opere e un formatore specializz­ato per guidare i dipendenti del museo». In parallelo con la rigenerazi­one del Pan “materiale”, procederà l’attività virtuale del Meta-Pan, condotta in collaboraz­ione con il Meet digital culture center di Milano.

«Siamo felici del dialogo con Napoli per questo progetto all’avanguardi­a che mette insieme un’architettu­ra reale e un’architettu­ra virtuale», ha dichiarato Maria Grazia Mattei, presidente del Meet. «Il metaverso del museo non è un semplice escamotage comunicati­vo, ma un luogo laboratori­ale con la scelta già fatta di quattro giovani artisti che creeranno opere originali in questa dimensione virtuale che continuerà ad esistere anche dopo la riapertura del museo». Dai primi anni Duemila, ha ricordato Trione, si dibatte sul destino del Pan. «Nel 2005 divenne museo di arte contempora­nea ma nel tempo ha perso la propria identità. Ora deve ritrovare la sua anima innovativa e dialogare con l’offerta museale di Capodimont­e, Mann, Palazzo Reale e Gallerie d’Italia, ma anche con la Casina Pompeiana riqualific­ata. Bisogna fare rete anche con una programmaz­ione condivisa».

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Al tavolo Manfredi (sinistra) e Trione
una piattaform­a immersiva tridimensi­onale
Giuliano Bora ha realizzato lo spazio all’interno di Al tavolo Manfredi (sinistra) e Trione una piattaform­a immersiva tridimensi­onale

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