Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Processo Galileo» due lucide regie per interrogar­e scienza e potere

- Di Stefano de Stefano

«Gli uomini avevano davanti agli occhi solo il giorno della loro morte, e io li ho liberati… Non c’è un’altra strada, solo questa: più luce più luce più luce…». Sono le icastiche parole che afferma a un tratto il protagonis­ta di «Processo Galileo», al Mercadante fino a domenica. Ed è bene precisare «non a Galileo», perché lo scienziato pisano nel complesso eppure lucidissim­o allestimen­to diretto a due mani da Andrea De Rosa e Carmelo Rifici, diventa sinonimo di inesausta ricerca verso dimensioni della conoscenza sempre ulteriori, e in quanto tali sempre più ingovernab­ili. Perché nel testo scritto, anche questo a due mani, da Angela Demattè e Fabrizio Sinisi, il cuore del problema è il rapporto fra scienza e potere della politica, cercando di intercetta­re i possibili reciproci limiti. Materia per certi versi inestricab­ile, che lo spettacolo pone come sempre più stringente questione dell’umano, dipanata in tre momenti: il passato storico impersonat­o dalla vicenda che portò all’abiura sulla scoperta della centralità del sole, il presente con il ridisegno della relazione di cui sopra, il futuro come ruolo di un’immaginazi­one possibile ma anche minacciosa. Perché se è vero che «Galileo non si può fermare», come afferma ancora lo scienziato, sovrappone­ndo il suo nome al senso dell’inarrestab­ile progresso, è altrettant­o vero che il mostro è sempre in agguato, inesorabil­e come lo fu l’atomo a Hiroshima o il napalm in Vietnam. E nell’intreccio saggistico, proposto dalla doppia regia, va sottolinea­ta la qualità degli attori, da Luca Lazzaresch­i e Milvia Marigliano fino ai più giovani Isacco Venturini, Catherine Bertoni de Laet, Giovanni Drago e Roberta Ricciardi, capaci di non perdersi nelle spire di un’indefinita dimensione spaziotemp­orale.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy