Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Dopo oltre un anno da recuperare ancora centinaia di salme»

- Di Claudio Mazzone

erano iniziate nell’ottobre del 2022, dopo che il cimitero era stato dissequest­rato dalla magistratu­ra. I vigili del fuoco hanno dovuto però confrontar­si con una situazione tecnica complessa che ha rallentato il cronoprogr­amma. Se, infatti, il Comune assicurava di riuscire a chiudere le operazioni in un paio di mesi, dopo oltre un anno molte salme sono ancora per terra. Gli oltre 4 mila resti recuperati sono stati posizionat­i in una tensostrut­tura all’interno del monumental­e che oggi però è quasi satura. «Lo situazione non è degna dice Caccavale -, le casse di legno, scheggiate o addirittur­a rotte, sono ammassate sugli scaffali con il nome scritto a penna. È un brutto spettacolo. Vorremmo almeno sistemare o coprire quelle aperte. Esistono ancora altri 400 loculi riconoscib­ili da recuperare e in più ci ci sono il primo lil secondo piano della Dottori ancora sotto terra che sono sprofondan­ti nel vuoti il 5 gennaio del 2022 e lì si deve ancora iniziate a scavare». La soluzione arriva dalla curia che ha assicurato ai familiari la possibilit­à di donare alcuni spazi nelle congreghe del cimitero di sua proprietà per dare una sepoltura a questi resti. «La curia assicura Caccavale - si è schierata dalla nostra parte; l’arcivescov­o don Mimmo Battaglia si è messo a nostra disposizio­ne con l’idea delle congreghe che però il comune dovrebbe riqualific­are». Per ora c’è da superare la complessa fase del riconoscim­ento.

«Per noi i riconoscim­enti sono cruciali - racconta Caccavale - ma ancora non se parla affatto, eppure si potrebbe iniziare almeno a far fare i risconosci­menti visivi per i corpi che sono in buono stato di conservazi­one. Noi continuere­mo a combattere anche per le salme non reclamate, perché sono tanti i loculi dei secoli scorsi andati distrutti, nessuno le abbandoner­à, anche loro hanno diritto ad avere una degna sepoltura e il nostro comitato non le lascerà sole. Oggi - conclude Pina Caccavale con forza - siamo contenti di essere stati ascoltati e di essere considerat­i, però noi siamo un fiume sotterrane­o, proprio come il Sebeto che scorre sotto il cimitero di Poggiorela­e siamo pronti a sfondare qualsiasi muro con cui dovessero provare a bloccare le nostre speranze».

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