Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Don Giovanni un thriller (anche) contemporaneo»
Mario Martone rilegge il suo allestimento: «Onorato che Lissner abbia voluto riproporlo»
«Una grandissima opera che è anche un thriller da seguire dimenticandoci di conoscere già il finale». Il Don Giovanni di Mozart con la regia di Mario Martone — sul podio Constantin Trinks — corre su un filo lungo ben 22 anni che parte dal San Carlo (che lo produsse nel 2002) e qui ritorna dal 16 al 27 febbraio prossimi. Un altro filo lega le regie liriche di Martone a Stéphan Lissner: «Se ho provato a confrontarmi con l’Opera — racconta — è stato proprio grazie al memorabile Don Giovanni diretto da Peter Brook, sul podio Claudio Abbado, al Festival di Aix en Provence guidato dal nostro sovrintendente: lì capii che era possibile esperire una certa “libertà” nel lavoro teatrale con gli interpreti. Così quando mi offrirono la regia di Così fan tutte accettai subito, dopo anni di dinieghi».
E c’è un altro motivo di gratitudine: «Sono molto onorato che Lissner abbia voluto riproporre il “mio” Don Giovanni, evidentemente ritenendolo ancora attuale. Un periodo così lungo non passa invano soprattutto in relazione ai temi mozartiani: ogni testo interroga il tempo in cui viene messo in scena, sia quello autobiografico — ognuno di noi è toccato da desiderio, eros e amore — sia l’epoca: in questo ventennio c’è stata una grande accelerazione nelle dinamiche maschile-femminile». Ma Don Giovanni continua a essere un’opera imprendibile: «Misteriosissima. Propone ogni volta domande senza risposte: quanti anni ha il protagonista? Non si sa: le sue conquiste sono tante, è dotato di esuberanza e lo stesso Mozart, per la prima messinscena, scelse un cantante molto giovane, ma sappiamo anche che Joseph Losey nel film omonimo del 1979 ne fece un aristocratico maturo. Nel libretto non c’è nessuna indicazione. Altro quesito: in quanto tempo si svolge l’azione? Una settimana, un mese, un anno? Non lo sappiamo».
Per questo Martone che firma una filmografia di successo fa un paragone con il cinema. «Il libretto somiglia più a una sceneggiatura che a un testo del suo tempo. Mentre Nozze di figaro è scandito in quattro atti , Don Giovanni vive di indefinitezza e inafferrabilità». Un aspetto è però inequivocabile: «L’istinto predatorio non temperato dalla razionalità. Oggi, noi maschi, pur cresciuti antropologicamente con un modello simile, siamo chiamati alla mediazione razionale per emettere comportamenti non aggressivi e violenti». In Don Giovanni questa auspicabile evoluzione manca, tranne che «in don Ottavio che con le sue
"Siamo di fronte a uno stupro, all’istinto predatorio non temperato dalla razionalità Oggi, noi maschi, pur cresciuti con un modello simile, operiamo una mediazione che manca in Mozart Da Ponte
annunciato che nel 2027 lascerà la guida della Uefa, non farà il terzo mandato. Un’altra pagina di storia significativa in una grossa battaglia di potere che coinvolge la Uefa, i dissidenti della Superlega in cui De Laurentiis propone la terza via: dice no al modello proposto da Florentino Perez e Agnelli ad lan. Prende corpo la difesa a tre, tra due varianti: il 3-4-3 e il 3-5-1-1 con la tentazione di piazzare Kvaratskhelia libero d’agire a ridosso di Simeone. Si studia le sfide contro il Milan anche della scorsa stagione, la priorità è non aprire il campo alle ripartenze di Leao e compagni.
Il Milan ha il secondo attacco e la dodicesima difesa del campionato, è l’unica squadra tra le prime undici della classifica ad aver subito più gol del Napoli. Mazzarri parte dalla solidità difensiva, vuole stringere il campo per poi sprigionare la qualità dei suoi uomini d’attacco dopo aver riconquistato il pallone.