Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Omicidio a Barra, nella casa-mattatoio La moglie colpita con 40 coltellate Gli inquirenti: mai vista tanta ferocia. La zia: «Mi prenderò cura dei ragazzi»
NAPOLI Quando i poliziotti sono entrati nell’appartamento di via Raffaele Testa a Barra si sono trovati davanti a una scena raccapricciante. C’era sangue dappertutto e sul pavimento della cucina due corpi senza vita; quello di Pasquale Pinto, ex guardia giurata di 54 anni, e quello della moglie 48enne, Ewa Kaminska, alla quale l’uomo aveva inflitto ben quaranta coltellate.
La casa al terzo piano del rione Baronessa è stata trasformata in un mattatoio. Alcuni degli agenti che per primi hanno effettuato il sopralluogo dopo che era stato disposta l’irruzione all’interno dell’alloggio, hanno parlato di una ferocia mai vista in passato. La tragedia è avvenuta intorno alle 8 del mattino di giovedì, quando Pinto ha scatenato la sua furia omicida contro la madre dei suoi tre figli. Successivamente, in un atto di disperazione o forse di follia, è salito sulla finestra della cucina armato di una pistola, iniziando a sparare, seminando il terrore tra le palazzine popolari della periferia orientale della città.
Quaranta coltellate non appaiono come un semplice raptus. Un elemento sul quale si sta lavorando per rispondere alla domanda che da due giorni si pongono inquirenti, investigatori, cittadini e familiari del 54enne: perché? Ci sono dei pezzi mancanti in questo puzzle, degli elementi che potrebbero spiegare il motivo di tanta violenza e ferocia ma che ancora sfuggono. La famiglia sembrava affrontare difficoltà economiche, ma non si tratterebbe di problemi recenti, bensì di questioni persistenti nel tempo. Altra ipotesi sarebbe legata a motivi personali, ma amici, conoscenti e familiari hanno parlato di una famiglia normale e affiatata, di un uomo che non ha mai dato segni di squilibrio o che abbia mai manifestato eccessi di violenza. Un marito e un padre amorevole. Resta il mistero su cosa abbia potuto spingere Pinto a compiere un gesto così estremo e brutale nei confronti della moglie e, indirettamente, dei figli che fortunatamente, non erano in casa. Il maggiore dei tre, 18 anni, è tornato in città ieri dal viaggio scolastico dopo essere partito mercoledì.
La sua vita è cambiata, come quella dei fratelli, una ragazza di 14 anni e uno di 16. Sono tutti seguiti da uno staff di psicologi che li aiuteranno ad elaborare la tragedia. Intanto la zia ha ospitato i ragazzi affermando: «Mi prenderò cura di loro». Il prossimo step è quello relativo all’accertamento delle cause della morte di Pinto sul cui corpo non sarebbero stati trovati segni di violenza. Le autorità stanno aspettando i risultati dell’autopsia per determinare la causa esatta del decesso del 54enne. Si ipotizza che possa essersi suicidato assumendo farmaci, forse diluiti in una bottiglia d’acqua che aveva con sé e dalla quale ha bevuto più volte mentre si trovava sulla finestra. Tuttavia, non si esclude neppure un arresto cardiaco come possibile causa del decesso.