Corriere del Mezzogiorno (Campania)
MOSTO SACRO Coda di Volpe pre fillossera profumato e minerale
Sorsi & risorsi
La Masseria Frattasi ha riservato negli anni più di una sorpresa agli appassionati dei vini del Sannio. Nella sua vastissima gamma di etichette, composta prevalentemente da piccole produzioni riconducibili ad altrettanto piccole vigne, figurano infatti sia vini da varietà autoctone, come l'aglianico, la falanghina e la coda di volpe, sia internazionali, come il cabernet sauvignon, lo chardonnay e il sauvignon blanc. E devo convenire che nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di interpretazioni originali e convincenti. Probabilmente gioca un ruolo fondamentale anche l’ubicazione dei filari, spesso inerpicati a quote da altri ritenute proibitive per la viticoltura: l’altitudine dona ai vini caratteristiche aromatiche davvero uniche. Concentro la mia attenzione sul Coda di Volpe, realizzato con uve di piante secolari, non colpite dalla fillossera. Un vero e proprio reperto archeologico, se vi piace. Colpisce e conquista subito con il suo bel colore paglierino carico, con qualche, appena accennato, riflesso dorato che diventerà più evidente col passare del tempo. Percepibile già alla vista la consistenza. Ma il suo punto di forza risiede nel corredo aromatico. Ai sentori vegetali in tutte le declinazioni possibili (fiori, erba, piante aromatiche della macchia mediterranea) si aggiungono, meglio si fondono, fragranze fruttate di albicocca e di agrumi. Non delude nemmeno in bocca. Il sorso è infatti più vibrante rispetto ad altri vini della stessa tipologia. Un bianco dalle spalle larghe, avvolgente, secco senza tentennamenti, morbido senza rilassatezza. Per contro è sufficientemente fresco e piacevolmente minerale. Il finale è pulito. La persistenza è soddisfacente. Vi consiglio di provarlo innanzitutto sulle minestre con pasta e legumi, principalmente piselli. Ben si abbina anche ai primi piatti con frutti di mare e sughi di pesce. Alle quiche di ortaggi, alle carni bianche.