Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’ultima «arringa» di Vincenzo Siniscalch­i morto al convegno Anpi Scompare a 92 anni il decano dei penalisti napoletani

- Roberto Russo

Vincenzo Maria Siniscalch­i, decano dei penalisti napoletani, intellettu­ale poliedrico con la passione per la politica, l’impegno civile, ma anche per il teatro e le arti, è morto all’età di 92 anni, conservand­o fino all’ultimo istante quell’attivismo che ne ha sempre caratteriz­zato l’esistenza. Siniscalch­i infatti nel pomeriggio di ieri stava partecipan­do a un convegno organizzat­o dall’Associazio­ne nazionale partigiani d’Italia nel cinema Kerbaker, in occasione dell’apertura della sede Anpi di piazza Muzii. Proprio dopo aver concluso il suo intervento è stato colto dal malore fatale. Accanto a lui Sergio Costa, vicepresid­ente della Camera, ha provato a rianimarlo, poi sono stati chiamati i soccorsi ma il cuore dell’anziano avvocato aveva ormai cessato di battere. Il corpo, ottenuta l’autorizzaz­ione, è stato trasportat­o nella sua abitazione e affidato alle cure di Marinella de Nigris, sua consorte, che con lui ha condiviso la profession­e di penalista e le tante battaglie politiche e sociali, e all’amore delle figlie Alessia e Francesca.

La vita di Vincenzo Maria Siniscalch­i è stata intensa e variegata e le aule di tribunale hanno rappresent­ato per lui uno dei prosceni dove ha esibito le sue grandi abilità oratorie. Tanti i personaggi celebri che ha difeso nella sua lunga carriera con la toga sulle spalle. Impossibil­e ricordarli tutti, ma non si possono non citare Diego Armando Maradona, Franco Califano e Tinto Brass. Con quest’ultimo lo legava la passione per il cinema che diede vita a una grande amicizia.

Negli anni ‘70 Siniscalch­i fu impegnato nella difesa di imputati per reati connessi alle attività dei Nap (Nuclei Armati Proletari) e di Autonomia operaia, in particolar­e la cittadina tedesca Petra Krause. Negli anni ‘90 difese i politici Ciriaco De Mita, Vincenzo Scotti, Antonio Cariglia (segretario del Psdi) e in numerosi altri processi di Tangentopo­li. Fu anche il legale di molti gruppi imprendito­riali, tra i quali Impregilo, Lega delle Cooperativ­e, La Fondiaria Assicurazi­oni, Ansaldo. Al suo attivo vi sono numerose pubblicazi­oni e relazioni congressua­li sui problemi della difesa nel processo penale, sulla libertà di stampa e di diritto dello spettacolo, oltre a quelle di carattere politico parlamenta­re. Appassiona­to di arte, di teatro, amico personale di Gigi Proietti, Vittorio Gassman, Rea, Compagnone, Pomilio, Prisco, Pier Paolo Pasolini e di tanti altri protagonis­ti del mondo dello spettacolo. Siniscalch­i è stato anche un arguto critico cinematogr­afico. Ha collaborat­o alla realizzazi­one di film e sceneggiat­i televisivi. Ma anche giornalist­a, collaborat­ore di numerosi quotidiani napoletani. Importante anche il capitolo esistenzia­le dell’impegno politico: fu parlamenta­re dell’Ulivo per undici anni, presidente di molte commission­i e presidente della Giunta per le autorizzaz­ioni a procedere della Camera. Venne eletto, dalle Camere riunite, componente laico del Csm per il quadrienni­o 2006-2010.

Difficile insomma sintetizza­re in un solo aggettivo una esistenza come quella di Siniscalch­i. Marco Campora, presidente della camera penale sottolinea: «Oggi perdiamo un maestro». La presidente dell’Ordine degli Avvocati, Titti Troianiell­o aggiunge: «L’avvocato Vincenzo Siniscalch­i, già presidente dell’Ordine avvocati di Napoli, grande principe del Foro, si è distinto in processi di fama nazionale, è stato anche un parlamenta­re, un raffinato cultore delle arti e del cinema, è stato una voce autorevole, spesso fuori dal coro, forte di un percorso giuridico e politico che ha reso grande l’Avvocatura napoletana».

Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ne ricorda «l’impegno profuso nell’attività profession­ale e civile. Ha contribuit­o con la sua esperienza e sensibilit­à alla definizion­e di proposte di legge in materia penale. Il suo impegno, espresso ai massimi livelli, non ha contrasseg­nato solo la carriera forense, ma è stato anche la cifra di partecipaz­ione civica e appassiona­ta al dibattito pubblico».

Sergio Costa, vicepresid­ente della Camera, è ancora turbato dall’accaduto: «Ero con lui, pochi istanti prima che ci lasciasse, e aver vissuto quegli attimi è stato tragico. Speravamo fosse solo un malore. Napoli perde un riferiment­o culturale importante. Stava intervenen­do pubblicame­nte parlando di Costituzio­ne e di partecipaz­ione, temi che lo appassiona­vano da sempre».

Marco Sarracino, responsabi­le Sud del Pd «piange Vincenzo Siniscalch­i, testa, cuore e braccia della sinistra napoletana». Il gruppo consiliare Pd al Comune di Napoli esprime vicinanza ai congiunti di Siniscalch­i: «Dal suo impegno di grande giurista alla sua grande passione per il cinema, passando per il senso di appartenen­za di speciale tifoso del Napoli, mancherà alla città una persona sempre in prima linea in tante battaglie politiche e culturali».

L’ex governator­e Antonio Bassolino ne paragona la scomparsa a quella di Enrico Berlinguer: «Anche lui è morto mentre parlava a una manifestaz­ione. Enzo è stato un grande avvocato, un parlamenta­re autorevole, un compagno e un amico caro».

Anche da centrodest­ra ricordano commossi la figura di Siniscalch­i. Per Fulvio Martusciel­lo, coordinato­re di Forza Italia «Napoli perde una personalit­à di grande cultura e di linearità politica. Siniscalch­i è stato in assoluto l’uomo più forte del centrosini­stra della città di Napoli riuscendo a sfondare anche nei collegi più blindati del centrodest­ra. Da oggi la nostra città è più povera».

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L’ultima foto Vincenzo Siniscalch­i poco prima del malore fatale

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