Corriere del Mezzogiorno (Campania)
METTI UNA BANLIEUE A CENA
Il caso Geolier dimostra quanto sia difficile, nel dibattito pubblico, costruire dei ragionamenti: la polarizzazione è il contesto nel quale ognuno si sente a proprio agio nella difesa strenua, e spesso manichea, delle proprie argomentazioni. Allora bisogna partire da un dato che appare esemplare: la parte pensante (o benpensante) del Paese si è chiusa a riccio. La cultura hiphop, un fiume carsico che attraversa da anni le nostre periferie metropolitane, si è imposta prepotentemente nel tempio della musica italiana e lo ha fatto con un volto scomodo, difficile da decifrare anche linguisticamente, proveniente da uno dei quartieri più difficili del continente europeo, simbolo di degrado, camorra e disagio sociale. La reazione è stata di sdegno e disprezzo. Non è bastato il 60% di preferenze espresso dal televoto: l’onda andava fermata, punita, arginata in tutti i modi. La stampa e le radio hanno riequilibrato il verdetto facendolo decadere alla seconda posizione. Il tempio è salvo, i barbari sono stati ricacciati nel fango dal quale provenivano. I puristi della musica e quelli della lingua, i dotti e gli aspiranti tali, tutti uniti per arginare la barbarie musicale rappresentata dal giovane musicista napoletano.
Il ministro per il Sud, il Pnrr e le Politiche di coesione, Raffaele Fitto, tenta con un colpo di reni di anticipare l’incontro con Anci Campania e di «sminare» la manifestazione di protesta organizzata dai sindaci e dal presidente della Regione Vincenzo De Luca per venerdì prossimo in piazza Santi Apostoli a Roma per lo sblocco dei Fondi Sviluppo e Coesione. L’appuntamento è per stamane alle 10 presso gli uffici del suo ministero.