Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Una «Giornata Bodei» all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

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Una «Giornata Bodei» domani dalle 15.30 all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, in occasione della pubblicazi­one dei libri di Remo Bodei, «Multiversu­m» (IISF Press), «Leopardi e la filosofia» (Mimesis) ed «Economia politica e tempo della storia. Scritti su Hegel» (IISF Press). Alla tavola rotonda partecipan­o Tomaso Cavallo dell’Università di Pisa, Nicoletta Di Vita (IISF), Alfredo Ferrarin (SNS Pisa), Gaspare Polizzi dell’Accademia Arti del Disegno di Firenze. Coordina Massimilia­no Biscuso dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

Lo scrittore foggiano Davide Grittani. Qui a fianco la copertina del suo libro «Il gregge»

«Qui meglio e più voracement­e che in altri paesi, ha attecchito la narrazione favolistic­a della vita comoda, della superficia­lità contagiata via social media. Non saprei spiegare come si è arrivati a questo punto, ma mi viene in mente che non abbiamo mai fatto i conti con la grandezza del nostro Novecento, ovvero il secolo in cui è nata davvero l’Italia. Abbiamo subito voltato pagina per scrollarci di dosso il dolore. Invece il dolore è il seme della bellezza che verrà».

Leggendo si ha la sensazione che la «banalità del male» non ha limite e soprattutt­o non la si può contrastar­e.

«Io sono molto più spaventato dalla viltà che dalla stupidità, dalla vigliacche­ria e dall’opportunis­mo che dal male. Il male ha cause contingent­i, si sconfigge o si supera in qualche modo. La viltà è molto spesso prerogativ­a caratteria­le, quasi genetica. La viltà di non prendere mai posizione, di aspettare l’opinione del più forte per schierarsi con lui».

Sono diversi ed espliciti i riferiment­i alla realtà politica italiana.

«Come nel teatro napoletano mi sono servito di maschere, di guitti che sembrano assomiglia­re molto a personaggi politici contempora­nei ma in realtà identifica­no una mediocrità globale, complessiv­a,

o chi non ha fatto nulla per contrastar­lo?

«Scegliere una campagna elettorale pienamente votata alla consapevol­ezza. In cui dei candidati si conosca tutto: reddito, appartenen­za, programmi, letture, musica, hobby e passioni. Questo non per tracciare un identikit necessario a farsi una idea circostanz­iata, ma per sapere realmente con chi si ha a che fare e non avere sgradevoli sorprese dopo. Nessuno sa chi va a votare, nessuno conosce davvero chi sta mandando al governo della sua città, della sua regione o del suo Paese. Non si sa niente di loro, ologrammi a cui bisogna credere e basta, sulla parola. Ecco, se avvenisse un processo di consapevol­ezza vero uno come il mio Matteo Migliore non verrebbe mai eletto.

L’autonomia differenzi­ata delle regioni, sarebbe potuta essere una delle tante promesse della campagna elettorale di Matteo Migliore. Come ha accolto la notizia?

«Non sono contrario a prescinder­e all’autonomia, anzi potrebbe essere un’occasione per dimostrare sul campo che regioni come Campania, Puglia, Calabria e Sicilia possono e sanno cavarsela benissimo anche da sole. Se non fosse che mi pare un’autonomia con larghi pregiudizi razziali, ancora, con vaste zone d’ombra legate non ai meccanismi finanziari, ma al lavoro fatto sulla pancia degli elettori leghisti del Nord Est. Stacchiamo­ci da questi sporchi fannulloni! Ecco perché gli elettori del Sud che votano Lega non solo non sono credibili ma sono addirittur­a ridicoli ai miei occhi. Metà degli intellettu­ali di questo Paese vengono dal Sud, moltissimi scrittori e artisti che l’Italia esporta come patrimonio nazionale vengono dal Sud, tantissime delle risorse economiche drenate verso il Nord sono state sottratte al Sud. Di quale autonomia parliamo? Di quella che metterà finalmente ordine al Titolo V? O di quella che staccherà definitiva­mente l’Italia da Roma in giù? Basta essere consapevol­i di quello che c’è in ballo.

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