Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’addio commosso a Siniscalch­i «Uomo di pace, coltivò le arti» Le esequie del noto avvocato scomparso a 92 anni. Tra i presenti D’Alema

-

la folla di personalit­à arrivate per dare l’ultimo saluto al decano dei penalisti napoletani. Moltissimi gli avvocati, di generazion­i diverse, fra cui Arturo Frojo. Il mondo dello spettacolo è rappresent­ato da un commosso Geppy Glejieses, da Laura Angiulli, Igina Di Napoli, Angelo Curti, Luciano Stella, Marzio Honorato e Tommaso Bianco. E da Sagitta, la moglie di Gigi Proietti di cui Siniscalch­i era amico fraterno. Fra la folla Enrico Pennella, Guglielmo Allodi e Luciano Schifone, tra le prime file con Claudio e Micla Velardi, Guido De Martino. E, ancora, Francesco Borrelli (che ha ricordato Siniscalch­i in Parlamento), Enrico Di Salvo, Salvatore Di Fede, Sergio Cappelli, Gigi Caramiello, Toti Lange, Berardo Impegno, Geremia Gaudino, Pasquale Scialò, Andrea Cannavale, Grazia e Riccarda Rodinò, Francesco Saverio Lauro, Riccardo Monti, fra gli ultimi ad arrivare.

La lettura del Vangelo è affidata a monsignor Vincenzo De Gregorio, abate della cappella di San Gennaro, a padre Carmelo invece l’omelia: «Vincenzo era un uomo di pace», ricorda e chiede che lo scambio del segno di pace sia pieno e condiviso nel suo nome e nel nome della sua missione umana e profession­ale. Poi la figlia Alessia, ora regista e attrice di teatro, alla fine della funzione, prende la parola. Il suo è un ricordo commosso e trasversal­e. Dell’uomo, dell’avvocato e delle sue passioni: il teatro e il cinema. La nipote concentra il suo ricordo di zio «Tatà» sul senso della memoria. E Mimmo Ciruzzi, che da giovane avvocato da lui ha imparato il valore dell’innovazion­e lo ricorda sottolinea­ndo il «fuoco della tradizione alimentato dalla legna andata a cercare nel bosco. Il bosco della cultura, del cinema, del teatro, della capacità di alzare lo sguardo: Vincenzo ha difeso i più deboli anche in posizioni scomode, soprattutt­o per un principe del foro: è stato un faro», conclude.

Geppy Gleijeses, quindi, nel suo ricordo fa emergere «l’amico appassiona­to d’arte. Fu lui a creare una amicizia fra me e Gigi Proietti. Abbiamo vissuto serate straordina­rie». Titti Troianiell­o, presidente dell’Ordine degli avvocati, evoca «l’intelligen­za, il garbo la coerenza cristallin­a anche in politica di un uomo luminoso. Ha fatto coraggiose scelte e aveva la capacità di incantare con la sua oratoria. I suoi discorsi restano un esempio altissimo. È stata una voce autorevole e spesso fuori dal coro». Infine il sindaco Manfredi parla di «una personalit­à che ha attraversa­to un secolo. Con un impegno dispiegato su fronti diversi. Un uomo che a ciascuno ha lasciato qualcosa. È stato capace di ascoltare tutti, creare unità e mettere insieme cose e persone diverse. È la cosa più importante che lascia a Napoli».

L’incontro sul tema «Economia e Legalità», organizzat­o da Confeserce­nti Campania, ha un relatore d’eccezione: il procurator­e di Napoli Nicola Gratteri. Ma non si tratta del solito convegno per fare conoscenza con il nuovo procurator­e. Dai piccoli imprendito­ri e dai commercian­ti si leva infatti un grido di allarme: i clan sono sempre più potenti a livello economico, «si stanno comprando alberghi e si infiltrano nei progetti del Pnrr». Vincenzo Schiavo, presidente di Confeserce­nti Campania, snocciola al magistrato nemico delle ‘Ndrine numeri allarmanti: «I dati del 2023 dicono che 4 imprendito­ri su dieci pagano il pizzo — spiega Schiavo che è anche vicepresid­ente nazionale di categoria — Gratteri che ha dimostrato con il suo esempio come la mafia si possa sconfigger­e e che potrà affrontare i disagi degli imprendito­ri, intervenen­do affinché essi non si sentano più soli».

L’elenco delle doglianze è lungo, a partire dalla «solitudine» degli imprendito­ri onesti. Aggiunge Schiavo: «L’unica azienda che ha soldi è l’organizzaz­ione criminale che sta comprando alberghi e si infiltra negli appalti Pnrr». Secondo il presidente «gli imprendito­ri hanno paura di denunciare, anche se sono costretti a pagare oppure ad acquistare determinat­i prodotti. Convivono con il racket perché temono di essere lasciati soli dallo Stato. Spesso, anche dopo 4 anni dalle denunce, alcuni imprendito­ri attendono una risposta dallo Stato. Se li lasciamo soli — conclude — decidono che il territorio è viziato e la camorra siano più forti dello Stato».

Una situazione decisament­e preoccupan­te. In platea ci sono molti imprendito­ri come Salvatore Di Matteo, titolare di una pizzeria storica di Napoli che ha denunciato il racket. C’è Luigi Cuomo, presidente di «Sos Impresa», Emanuela Augelli della sezione B&B Confeserce­nti; Roberto Pagnotta e Gennaro Lametta di Assoturism­o, Giuseppe Barretta di Faib. Tutti confermano che la criminalit­à stringe in una morsa le imprese pulite, soprattutt­o tra Napoli e provincia, e tenta di sottomette­rle con il racket oppure intervenen­do ad acquistare quelle che non riescono a resistere sul mercato, dopo averle strozzate con l’usura. Una situazione drammatica che gli imprendito­ri sottopongo­no al procurator­e, il quale appare attentissi­mo a ogni parola che gli viene detta. Così Nicola Gratteri invita i commercian­ti a farsi avanti: «Il mio ufficio è aperto: fate la richiesta. Non avete alibi — incalza — Se qualcuno di voi o qualche vostro amico è in difficoltà fateli venire a farsi una chiacchier­ata con me. Poi, se serve e se lui ritiene convenient­e fa denuncia, altrimenti non è un problema: ci abbiamo provato. Sappiate che da oggi in poi avete un’opportunit­à in più: c’è una persona che vi ascolta» garantisce Gratteri. «Nella

 ?? ??
 ?? ?? La vedova Marinella de Nigris legge la lettera di San Paolo ai romani durante i funerali
In alto, il sindaco Gaetano Manfredi con l’ex premier Massimo D’Alema
La vedova Marinella de Nigris legge la lettera di San Paolo ai romani durante i funerali In alto, il sindaco Gaetano Manfredi con l’ex premier Massimo D’Alema

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy