Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Europei 2032, l’Uefa detta le regole Maradona moderno o Napoli rischia
Dossier sul tavolo di Manfredi, sindaco fiducioso nel sostegno del governo. Il ruolo di Adl
poi utilizzato per l’evento del 2032. «Soggetto» che, nel caso del Maradona, non può che essere De Laurentiis, patron del Napoli, che sul versante stadio ha al momento la posizione di chi «dà le carte»: infatti non investe se il Comune non glielo vende. E siccome per avere gli Europei lo stadio occorre rifarlo, ecco che De Laurentiis assume una posizione di forza nella trattativa col Comune di Napoli. È questo, quindi, il vero nodo della questione, ciò che ha determinato il braccio di ferro tra sindaco e produttore, in cui, comunque, l’uno non può fare a meno dell’altro: De Laurentiis dello stadio, Manfredi degli Europei di calcio.
Servono però decine milioni di euro per adattare il Marasier rebbe anche buona parte della mobilità di Fuorigrotta per i lavori preparatori e per l’enorme superficie circostante da dedicare allo stadio per l’evento.
Manfredi, dal canto suo, ha meno timori per la tenuta del sistema-città che per l’effettiva trasformazione dello stadio. Ormai il dossier Uefa è stabilmente sulla sua scrivania visto che il tempo stringe: entro il 2026 si decide. Napoli — viene spiegato in ambienti governativi — sarà ovviamente molto sostenuta. Ma l’esito non è ancora scontato perché l’ultima parola spetta all’Uefa. Per il numero uno del Coni, Giovanni Malagò, «è impensabile un Europeo in Italia senza che ci sia Napoli»; peraltro, «anche altre città italia
di 126 pagine in cui viene chiesto, per il Maradona e non solo, che le strutture sportive siano a disposizione da 33 a a 66 giorni; e che siano funzionali, con capienza tra i 40mila e i 60mila posti a sedere; molto confortevoli, con Skybox, aria condizionata, ristoranti e negozi. In pratica, un Maradona ecosostenibile con ampi spazi esterni. E qui interviene la «cessione» del diritto di superficie visto che all’esterno della struttura dovranno esserci parcheggi in un raggio di 1,5 chilometri e, tutt’intorno, un villaggio dello sport con gazebo, buvette e attrazioni. In pratica, una volta staccato il biglietto lo spettatore potrà entrare ed uscire dallo stadio vivendo anche lo spazio esterno all’attuale recinzione. del centrocampo non deve essere più distante di 90 metri, sempre per lo spettatore che ha acquistato il biglietto più distante dal campo di gioco: cosa che quindi stabilisce una distanza molto minore tra spalti, quindi pubblico, e campo. E nel caso dello stadio di Fuorigrotta potrebbe significare (l’Uefa non lo dice) dover rinunciare alla pista di atletica e rimodulare gli scalini su cui sono sistemati i sediolini. Lo stadio dovrà avere ampi spazi, anche all’aperto e nelle tribune, accessibili solo ai non fumatori, compreso i fumatori di sigaretta elettronica.
Importante, poi, il focus del dossier Uefa riservato alla collocazione delle telecamere: dovranno essercene 36, tantissime, perché la partita in Tv dovrà essere snocciolata in ogni suo aspetto, fuori e dentro il campo. Dall’alto e dal basso, con possibilità di riprese anche dall’elicottero e con una camera che potrà riprendere dall’alto, da una curva all’altra, le fasi di gioco.
Lunghissime dovranno essere le panchine da 23 posti, tra giocatori e dirigenti delle squadre. Dalle linee del fallo laterale alla fine del manto erboso dovranno esserci 4 metri che diventano 5 dalle linee di fondo alla fine della parte in erba. Di materiale antiscivolo occorrerà rivestire gli spazi oltre il campo di gioco. Il rettangolo verde sarà di erba vera. Già ben posizionato, climaticamente, il Maradona, ritenu