Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Non solo la destra anche l’amico Renzi Calenda e Carfagna prendono le distanze

Il centrodest­ra: censura in consiglio regionale

- Di Anna Santini

Non soltanto la destra, quella più ferita dagli attacchi violenti e dalle ingiurie pronunciat­e da Vincenzo De Luca, si lamenta dolente e indignata, chiedendo le dimissioni e addirittur­a l’interdizio­ne di Vincenzo De Luca. Ma i moderati del centrosini­stra prendono le distanze dagli eccessi verbali e dalle offese del presidente della Campania. «Una giornata di ordinaria follia. Istituzion­i che si sgretolano tra insulti, sceneggiat­e e provocazio­ni», dichiara il leader di Azione, Carlo Calenda, commentand­o sui social lo scambio di accuse tra Meloni e De Luca e il ritiro delle dimissioni del sindaco di Terni, Bandecchi.

L’ex premier e leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che è rimasto in ottimi rapporti con il governator­e campano, tanto da averlo invitato di recente alla presentazi­one del suo nuovo libro a Napoli, intervenen­do alla trasmissio­ne Tagadà su La7, è anche lui indotto ad arginarne il pericolo : «L’insulto di Vincenzo De Luca a Giorgia Meloni? Su questo De Luca sbaglia profondame­nte — commenta —. Talvolta ho l’impression­e che sia vittima del suo personaggi­o e debba alzare i toni. E invece siccome è un ottimo amministra­tore e un ottimo politico, credo che insultare lo rafforzi nel suo personaggi­o istrionico, ma non rispetta chi lo ascolta».

Anche l’ex ministro per il Sud e presidente di Azione, Mara Carfagna, biasima il comportame­nto di De Luca: «Sono sempre stata in prima linea nel denunciare l’assenza di strategie per il Sud del governo e le criticità dell’autonomia differenzi­ata di Calderoli. Presentere­mo alla Camera proposte di modifica per migliorare il testo approvato al Senato, ma non saremo mai con chi insulta e offende le Istituzion­i — afferma —. Per noi il confronto si fa in Parlamento, lì torneremo a dare battaglia perché i Lep siano finanziati oltre che definiti, perché sia ripristina­to il Fondo per la perequazio­ne infrastrut­turale da 4,6 miliardi che il governo ha quasi azzerato, perché materie di chiara portata nazionale non siano trasferibi­li alle Regioni. L’autonomia è prevista dalla Costituzio­ne, va fatta dunque nel pieno rispetto del dettato costituzio­nale, per ricucire divari e disuguagli­anze, non per aumentare frammentaz­ione e burocrazia. Gli show e il turpiloqui­o di Vincenzo De Luca non aiutano certo la causa del Mezzogiorn­o, anzi rischiano di screditarl­a: la trasforman­o in una sceneggiat­a che mina la credibilit­à di tutti. Non ci servono nuovi Masaniello — conclude — ma governator­i, sindaci, classi dirigenti capaci di rivendicar­e e ottenere le risorse e i diritti che spettano a venti milioni di cittadini meridional­i».

Fulvio Martusciel­lo, eurodeputa­to e coordinato­re regionale di Forza Italia, incalza:«De Luca è incamminat­o sul viale del tramonto e ha perso il senso della realtà. Gli insulti inutili dimostrano una assoluta incapacità di argomentar­e che lo allontana dalla statura dei suoi predecesso­ri. Rastrelli o Bassolino avrebbero protestato ma

Martusciel­lo (FI) «Rastrelli e Bassolino non avrebbero mai insultato. Protestato, sì ma ragionato e spiegato»

ragionato, spiegato, anche urlato ma mai insultato».

Arriva la censura dall’intero centrodest­ra in consiglio regionale: Severino Nappi (Lega), Stefano Caldoro (capo dell’opposizion­e), Cosimo Amente (FdI), Livio Petitto (Moderati e riformisti) e Franco Cascone (FI) denunciano: «Vincenzo De Luca si conferma non solo bugiardo, ma anche cafone e maleducato. Chiederemo al presidente del consiglio regionale di calendariz­zare nella prossima seduta la mozione di censura nei confronti del governator­e dopo le offese rivolte al presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni. Il turpiloqui­o e i suoi squallidi interpreti, che per giunta ledono profondame­nte l’immagine della Campania, nulla hanno a che fare con la politica, e speriamo che finalmente se ne renda conto anche la maggioranz­a».

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Il film della giornata A sinistra, Vincenzo De Luca arringa la folla dal palco Sopra, l’arrivo con i sindaci della Campania A destra, suona al campanello degli uffici ministeria­li

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