Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La grande occasione per cambiare
Napoli e Barcellona hanno molte cose in comune: innanzitutto una sensazione di irrequietezza nel non riuscire a ripetere l’annata che li ha visti trionfare. Il Barcellona anche ha vinto la Liga nella scorsa stagione, ovviamente il peso è diverso: per i blaugrana il successo è la normalità, per il Napoli un evento storico.
Uno scudetto mancava da 33 anni ed è stato il primo senza Maradona, con un progetto che valorizzasse il collettivo, non potendo disporre del giocatore più forte di tutti i tempi come accaduto negli anni di Diego. Il Pibe de Oro poi è un leitmotiv che ritorna nella ricerca di ciò che unisce Napoli e Barcellona. Il club di De Laurentiis è completamente sbandato, rischia addirittura di spezzare la longevità di presenza nelle coppe europee che ha contraddistinto la scalata del Napoli dal ritorno in serie A al tricolore.
Il Barcellona è terzo in classifica, in piena zona Champions, alle spalle del Real Madrid e della sorpresa Girona che insieme al Bayer Leverkusen di Xabi Alonso rappresenta una delle favole più belle d’Europa. È una macchina da gol ma sta registrando molte criticità nella fase difensiva, ha insieme al Getafe la peggiore difesa tra le prime dieci. La situazione finanziaria è una problematica che il Barcellona si trascina da alcuni anni, dai tempi dell’addio di Messi e, infatti, il presidente Laporta è uno dei principali sostenitori della Superlega sin dalla prima versione, quella che ha fallito il suo assalto al potere ad aprile del 2021.
Xavi ha già annunciato l’addio spiazzando i dirigenti come Deco che non s’aspettavano la sua decisione a stagione in corso. In questo senso c’è un altro aspetto in comune tra Napoli e Barcellona, il progetto tecnico da riprogrammare in vista della prossima stagione.
Mazzarri è un traghettatore e non ci sarà alla guida del Napoli a partire dall’estate, De Laurentiis sta già lavorando per ristrutturare sia la dirigenza che la guida tecnica.
Il Barcellona per identità di gioco proverà a dominare il campo, a strutturare tante linee di palleggio, a far girare a vuoto il pressing del Napoli tenendo il possesso del pallone. Ha sviluppato per caratteristiche anche la capacità di colpire con le ripartenze, andare in transizione anche in campo aperto con giocatori che hanno anche gamba come Cancelo, Pedri, Lamine Yamal.
Il Napoli può puntare sulla coppia Osimhen-Kvaratskhelia cercando di ricostruire quella capacità di sviluppare delle triangolazioni in campo aperto, d’attaccare la profondità con le transizioni positive, risorsa che senza il contributo di Victor impegnato in Coppa d’Africa e con la squadra in difficoltà di gioco e di risultati ha un po’ smarrito.
Il Barcellona concede degli spazi, può essere colpito se il Napoli riuscirà a distendersi con qualità nelle soluzioni e ritroverà il coraggio nella proposta offensiva.
Il Barcellona fa fatica a ricomporsi in maniera ordinata dietro la linea della palla, a coprire bene gli spazi una volta perso il pallone se l’avversario attacca con rapidità e qualità. Al Napoli servirà l’attenzione massima nella fase di non possesso e anche un’organizzazione tattica che tuteli la squadra dai momenti in cui abbasserà il livello dell’intensità.
Il Napoli più volte durante questa stagione ha fatto fatica a tenere le distanze in campo, se dovesse ripresentare una problematica del genere contro una squadra come il Barcellona rischierebbe tantissimo.
È già accaduto nell’ultimo confronto tra Napoli e Barcellona in Europa League, quando i blaugrana vinsero 4-2 al Maradona colpendo proprio in contropiede. Il gol del vantaggio del Barcellona