Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’opera dei Pupi continua E adesso salviamo la faccia

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L’opera dei pupi di questo Napoli non finisce di far ridere avversari e concorrent­i. Non si ricorda una squadra campione d’Italia che abbia fatto tante brutte figure dentro e fuori campo. Ieri è toccato al fuori campo. Con Walter Mazzarri che dirige l’allenament­o mentre i giocatori sanno che il tecnico è già virtualmen­te licenziato e che manca solo la decisione di Francesco Calzona perché le cose si compiano definitiva­mente. Stamattina l’attuale e futuro commissari­o tecnico della nazionale slovacca (un’assurdità, il doppio ruolo) discuterà i termini del contratto con i manager della società, dopo l’accordo di fatto raggiunto col presidente De Laurentiis. Speriamo che vada tutto liscio, altrimenti potrebbe essere De Laurentiis stesso a tenere la conferenza pre partita. Forse non gli dispiacere­bbe. Ci immaginiam­o Calzona che oggi incontra i giocatori. Potrebbe attaccare dicendo, come Al Pacino nel famoso discorso in «Domenica, Maledetta Domenica»: «Io non so veramente che cosa dirvi». Speriamo però che qualcosa dica: domani, mercoledì, scende a Fuorigrott­a il Barcellona. Al di là delle goffe esagerazio­ni sulla sua crisi, enfatizzat­e a Napoli fin dal giorno del sorteggio, è un avversario molto problemati­co. Calzona rischia non poco: prende una squadra in tremenda difficoltà, non volendo usare il termine «sfascio». Del resto sarà difficile far peggio di Mazzarri. Di Garcia no, si è visto che non era poi tanto male. Rientra anche Sua Maestà Victor Osimhen, chissà in quale stato di forma, chissà con quanta voglia, visto che sabato non poteva reggere nemmeno la panchina. Situazione a dir poco complicata, aggravata dall’opera dei pupi che ha caratteriz­zato la giornata di ieri, con viaggi da un albergo all’altro, con voci che si incrociano, candidatur­e che facevano pensare al futuro (Hamsik) e che ovviamente vengono meno. Ritorna invece il preparator­e Sinatti, anche lui in condominio con la nazionale italiana. Se sono cose serie, confessiam­o di non averle capite. Però qui la mano di Marek dev’esserci. Se è vero che Calzona ha dovuto ottenere un via libera da Bratislava e se è vero che qualcuno deve averne segnalato i pregi. Si era sperato che arrivasse anche lui, ma figuriamoc­i. L’operazione terzo allenatore, per quanto pestifera per la reputazion­e e per il morale dei giocatori (pensate al casino che dovranno avere in testa), era richiesta dalla piazza. De Laurentiis non ha delirato, il pareggio col Genoa aveva colmato la misura e ormai i vaneggiame­nti di Mazzarri facevano venire l’angoscia. L’immagine di un uomo che non sa dove mettere la mani. Però un po’ di rispetto se lo meritava. Dirigere un allenament­o da licenziato è un’umiliazion­e personale che dà la misura della cultura aziendale e umana del Napoli («amico di famiglia»). Dove può arrivare Calzona? La domanda più corretta è: dove vogliamo che arrivi, visto che a luglio potrebbe esserci il quarto allenatore in dodici mesi. Il calendario è feroce nella frequenza degli impegni e negli avversari che si profilano. La zona Champions è ormai utopia. Di buono c’è che torna nel Napoli una cultura tecnica e tattica più consona ai reduci dello scudetto, se ancora esistono come calciatori. Calzona potrà dar loro adrenalina, autostima, coraggio, «garra». Tutto il lavoro mentale ed emotivo che un bravo allenatore può fare. Di più non credo. Insomma può salvarci la faccia: in questo anno infame, è già molto.

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Di Vittorio Zambardino

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