Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Blocco dei Fondi di Coesione Il Tar dà ragione a De Luca Ma Fitto: pronti a fare appello Il Tribunale amministrativo: 45 giorni per chiudere l’istruttoria
NAPOLI Il Tar Campania ha accolto il ricorso della Regione Campania avverso il ministero per le Politiche di coesione assegnando al Dipartimento per la Coesione 45 giorni per la definizione dell’istruttoria e la predisposizione dello schema di accordo da sottoscrivere con la Regione Campania, riservandosi la nomina di un commissario ad acta nell’ipotesi di elusione del termine stabilito». A darne notizia, una nota della Regione Campania in cui si legge anche che «il Tar assegna così al Dipartimento per le Politiche di Coesione un termine preciso e inderogabile per definire l’istruttoria. Da un anno e mezzo, la Regione Campania ha risposto a tutte le richieste del Ministero, ma senza esiti positivi. L’attuale pronuncia del Tar pone un punto fermo rispetto a una procedura che non si può tenere bloccata a tempo indeterminato».
Sentenza — numero 1178 — contro la quale il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, immediatamente annuncia ricorso al Consiglio di Stato: «La sentenza del Tar Campania ha respinto la richiesta della Regione di assegnazione immediata delle risorse in quanto manifestamente inammissibile, assegnando al Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud il termine di 45 giorni per definire l’istruttoria sui progetti, interventi e linee d’azione trasmessi dalla Regione per entrare a far parte del contenuto dell’Accordo di Coesione, determinandosi sulla ritualità, validità e ammissibilità dei medesimi, formulando alla Regione gli ulteriori chiarimenti necessari, recependo e valutando le osservazioni dell’Ente e, all’occorrenza, predisponendo lo schema di accordò. Esattamente il lavoro che il dipartimento ha in corso con tutte le regioni italiane, Campania compresa. Con il massimo rispetto della sentenza nei prossimi giorni sarà proposto appello al Consiglio di Stato», la chiosa del ministro Fitto.
Ma nel giorno della sentenza del Tar Campania, il governatore De Luca è molto attento anche quanto avviene nella direzione nazionale del suo
«Cpartito, il Pd, che si riuniva a Roma per discutere di un tema tanto caro al presidente della Campania: il terzo mandato.
In tal senso, seppur sul filo di lana, i dem hanno annunciato una proposta che è la sintesi di un confronto lungo dei propri parlamentari e amministratori. Una proposta, come spiega il responsabile degli Enti locali del Partito democratico, Davide Baruffi, «che non si fermi alla possibilità di rielezione per chi ha già svolto due mandati da sindaco o da governatore di Regione, ma preveda anche garanzie per l’assemblea legislativa».
Ipotesi di lavoro sulla quale interviene anche Piero De Luca, parlamentare pd e figlio del governatore campano: «Abbiamo avanzato la disponibilità a un confronto di merito non schiacciato sul tema on il Congresso di Fratelli d’Italia di Napoli abbiamo concluso tutti e sei i congressi campani». Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone, commissario regionale. A Napoli è stato eletto Marco Nonno, favorito alla vigilia, consigliere regionale decaduto a seguito della condanna a 2 anni per i disordini di Pianura del 2008. Sarà affiancato da Luigi Rispoli, ex presidente del consiglio provinciale. «Quattro mesi di lavoro intenso e desidero sarà nominata la commissione giudicatrice, chiamata a scegliere la terna da sottoporre al Ministro. Entro l’autunno, pertanto, il Mann avrà il nuovo direttore».
Oltre al Museo Archeologico napoletano, retto ad interim dal direttore generale dei musei Massimo Osanna, sono passati in prima fascia anche i Musei Reali di Torino e la nuova realtà museale nata dall’accorpamento complimentarmi con i presidenti eletti: Domenico Matera per Benevento, Gimmi Cangiano per Caserta, Giuseppe Fabbricatore per Salerno, Ines Fruncillo per Avellino, Michele Schiano per Napoli Provincia e Marco Nonno per Napoli Città». Nonno ambisce a portare FdI sotto il 20% e smentisce che la sua elezione sia stata osteggiata dai vertici nazionali: «È un’autentica stupidaggine, mi sono candidato dopo aver avuto l’appoggio da Arianna Meloni. Chi ha usato dei mandati, ma che preveda un sistema di pesi e contrappesi, rafforzando la funzione delle assemblee elettive, altrimenti si procede in modo scomposto». «È un appello che facciamo a tutte le forze politiche, soprattutto a quelle questo argomento era qualcuno, non certo il mio competitor, che voleva autoreferenziarsi agli occhi del pubblico per proporsi in alternativa a me. Se fossi stato non gradito a Roma non mi avrebbero permesso di candidarmi al Comune per 15 anni, alle Regionali, al coordinamento cittadino». E sulle Europee «valuteremo se candidare un napoletano o sostenere un campano, sarà una valutazione collegiale con l’esecutivo ». di maggioranza. Lavorare ad una proposta larga sul futuro degli enti locali è giusto. Anche per questo ritengo utile aprire una riflessione e fare un bilancio sull’elezione diretta e su cosa ha prodotto in questi anni», è la posizione del deputato e membro della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino. Che aggiunge: «Come ogni cosa, ci sono state luci ed ombre. Il potere dei consiglieri comunali e di quelli regionali credo vada maggiormente bilanciato con quello dei presidenti di Regione e sindaci. Ed anche se è vero che in Europa in molti Paesi, come è stato detto, non c’è il limite ai mandati dei sindaci, è anche vero che non è prevista in quei paesi l’elezione diretta, cosa che ne cambia molto la sostanza, ed un motivo ci sarà. Anche perché se noi critichiamo l’accentramento dei poteri, non possiamo non immaginare meccanismi di bilanciamento».
Il terzo mandato La direzione del Pd si è confrontata sul limite dei mandati dei sindaci e dei presidenti di Regione e punta a un riequilibrio tra poteri degli eletti
Nonno eletto a Napoli: ora FdI al 20 per cento