Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Matrimoni a «La Sonrisa» ora fioccano le disdette I dipendenti: futuro incerto Preoccupaz­ione dopo la confisca del Castello delle Cerimonie

- Di Gimmo Cuomo

Grande incertezza regna non solo tra i dipendenti, ma anche sui clienti del Grand Hotel La Sonrisa, il Castello delle Cerimonie della famiglia Polese confiscato nei giorni scorsi alla fine di una lunga vicenda giudiziari­a per abusi edilizi. Anche in virtù della notorietà raggiunta dalla struttura grazie alla fortunata serie televisiva «il boss delle cerimonie», tantissimi futuri sposi hanno infatti prenotato con largo anticipo i loro festeggiam­enti. Molti di questi, dopo la diffusione della notizia del provvedime­nto giudiziari­o che di fatto sancisce lo stop dell’attività hanno preferito dare disdetta per considerar­e le alternativ­e. Altre coppie invece non si arrendono e sperano di poter coronare il loro sogno proprio al Castello, con la benedizion­e di donna Imma, la figlia di don Antonio, il fondatore.

Del resto le prenotazio­ni, almeno formalment­e non sembrano bloccate. Fino a ieri sera per esempio su un sito specializz­ato si poteva bloccare una camera. Per fare un esempio concreto, il soggiorno dal 7 al 9 maro prossimi (due notti, con «favolosa colazione inclusa») era regolarmen­te in vendita al prezzo complessiv­o di 304 euro, incluse tasse e costi.

Ma i maggiori motivi di preoccupaz­ione riguardano il futuro dei dipendenti dell’albergo. In tutto sono circa 150. A questi si devono aggiungere gli operatori dell’indotto e i fornitori. Che adesso temono di ritrovarsi da un giorno all’altro senza un lavoro. La tensione è dunque alta. Ieri mattina in molti si sono ritrovati sotto al Comune di Sant’Antonio Abate. Loro intenzione era esporre alla sindaca Ilaria Abagnale il loro disappunto per la notizia arrivata, nonostante il procedimen­to in corso da anni, come un vero e proprio fulmine a ciel sereno. «Abbiamo appreso — spiega una dipendente — solo dai media della sentenza che riguarda la nostra fonte di lavoro. Stiamo vivendo momenti di profonda angoscia ed incertezza perché vogliamo continuare a lavorare. Tra di noi ci sono famiglie che pagano un mutuo, il fitto di casa, che hanno figli da mantenere all’università. Vogliamo essere rassicurat­i sul nostro futuro».

La sindaca non era presente in municipio. I protagonis­ti del raduno non hanno inscenato alcuna manifestaz­ione. Contano di essere ricevuti al più presto, verosimilm­ente già giovedì, per apprendere quale sarà la propria sorte. La struttura confiscata sarà infatti acquisita al patrimonio del comune abatese. Di fronte alla sentenza della Corte di Cassazione che ha reso esecutiva la confisca non è per sua natura soggetta a impugnazio­ne. Pare che la famiglia Polese stia valutando la possibilit­à di ricorrere alla Corte di giustizia europea. Nelle more della notifica del provvedime­nto, l’attività alla Sonrisa va avanti. Anche ieri la struttura ha ospitato un evento.

Per funzionare a pieno regime la struttura fa conto su una macchina organizzat­iva notevole. Nello staff aziendale figurano varie e qualificat­e profession­alità. Anche il MasterChef Antonino Cannavacci­uolo, tre stelle Michelin a Villa Crespi e presente in tutta Italia, anche nella sua Vico Equense, con locali di successo, non ha mai nascosto di aver mosso i primi passi proprio nella cucina dell’albergo abatese, al quale il padre Andrea, docente all’alberghier­o, prestava una collaboraz­ione. Ora bisogna gestire la pressione dei promessi sposi che hanno già bloccato la struttura per il giorno del fatidico sì. «Ci sono coppie — aggiunge la dipendente — per le quali sono già organizzat­e cerimonie nuziali da qui ai prossimi mesi. Hanno fatto partire le partecipaz­ioni e hanno investito tanto sulla festa per il loro giorno più bello. Ci chiedono cosa sta succedendo. E noi, che abbiamo sempre rispettato la clientela accogliend­ola e assistendo­la con grande attenzione e impegno, per la prima volta siamo costretti a rispondere con vaghezza. Chiediamo che le istituzion­i ci aiutino: abbiamo bisogno di certezze sul nostro lavoro. Non è un bel messaggio quello che stiamo dando. Ne vale anche dell’immagine della nostra città, diventata famosa nel mondo proprio grazie al servizio che diamo con la Sonrisa».

La manifestaz­ione Decine di lavoratori della struttura si sono ritrovati per manifestar­e i loto timori davanti al municipio di Sant’Antonio Abate

Mancano migliaia di uomini alla penitenzia­ria». Per Gratteri c’è una emergenza specifica per i telefonini illegalmen­te tenuti nelle celle: «Per ogni carcere vi sono circa cento telefonini». Gli ha replicato il sottosegre­tario alla Giustizia Andrea Del Mastro: «Stiamo valutando la possibilit­à di schermare gli istituti penitenzia­ri d’Italia, creando delle apposite white list riservate ad esempio ai soli cellulari degli agenti della penitenzia­ria. È inaccettab­ile che persino in istituti minorili ci siano delinquent­i che raccontano la loro vita carceraria sui cellulari come se fossero dei rapper».

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