Corriere del Mezzogiorno (Campania)
DEL BOSCO, IL RE DELLA RICERCA FONOGRAFICA
Purtroppo, Del Bosco è finito il 18 febbraio a 82 anni (era nato a Tirana il 23 aprile 1942) lasciandoci a ricordare tutta la sua significativa attività nel campo culturale, connotata da una innata tendenza alla perlustrazione nei diversi campi: da quello cinematografico – per il quale collabora come segretario e recensore alla rivista Cinema e film diretta da Pier Paolo Pasolini – a quello della ricerca d’archivio, dove porta alla luce testi di Federico Fellini per l’Eiar, che raccoglie in un volume e in un documentario. Poi, ancora, collaborazioni con teche Rai, Istituto Luce, fondi del Movimento operaio.
Senza dimenticare la sua monografia dedicata a ‘O sole mio e il suo scritto sulla sceneggiata, Avventure di canzoni in palcoscenico, nel volume Sceneggiata, Rappresentazioni di un genere popolare, da me curato.
Ma il campo in cui maggiormente si concentra, lasciando un contributo significativo, resta quello della ricerca discografica. Opera ineguagliabile è il Fonografo italiano (1890-1940), raccolta di vecchie incisioni scelte e presentate da
Paquito Del Bosco, in 50 fascicoli, diretta da Ugo Gregoretti, edita dalla Fonit Cetra prima in vinili, poi ristampata in Cd. Si tratta di una raccolta monumentale, frutto di una lunga ricerca impegnativa, che spazia tra interpreti (De Sica, Ria Rosa, De Angelis, Pasquariello…) e tematiche sociali quali l’emigrazione (con 3 lavori dal titolo Cartoline da Little Italy), toccando generi popolari come la sceneggiata («Lacrimevolissimevolmente»). Ogni pubblicazione è accompagnata da scritti sugli autori, sui protagonisti, sul filone musicale di appartenenza, corredata da immagini, nonché dalla trascrizione integrale dei testi dei brani.
Ed è proprio la singolarità di questa raccolta a vederlo coinvolto nella creazione di un nuovo archivio sonoro. È il 1998 e Antonio Bottiglieri – giornalista, autore, regista– viene incaricato dal direttore di Radio Rai, Maurizio Braccialarghe, di ideare una iniziativa in grado di coinvolgere i numerosi e validi tecnici audio della sede napoletana, rimasti progressivamente inattivi con l’espandersi delle produzioni televisive e relegati ai soli notiziari regionali.
Con grande lucidità Bottiglieri progetta un’iniziativa aziendale in grado di ottimizzare il patrimonio delle Teche Rai, concentrarlo sul repertorio della canzone napoletana anche con nuovi apporti, riversandolo poi, con il supporto delle maestranze, in un nuovo contenitore. È così che nasce, con il contributo Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli, l’Archivio Storico della Canzone napoletana con la direzione artistica di Paquito Del Bosco. Purtroppo nonostante una successiva intesa tra le istituzioni ne decida lo spostamento nel 2016 presso la Casina Pompeiana, in Villa Comunale, da tempo l’Archivio non è più fruibile, per diverse ragioni. Ciononostante, resta il più grande jukebox della canzone napoletana: da Caruso agli Almamegretta e i 99 Posse, dalla Mignonette a Elvis, da Sinatra a Mc Cartney, da Aznavour a Zappa...
Per fortuna è attualmente in corso un’iniziativa orientata al potenziamento, ammodernamento tecnologico e catalografico dell’Archivio stesso con il suo graduale inserimento nell’Ecosistema digitale regionale, «progetto Arrca», attivo a breve.
Caro Del Bosco, grazie per la tua passione contagiosa, e speriamo vadano in porto sempre più iniziative capaci di far risuonare le impronte sonore incise un tempo su lacca, ma ancora in grado di lasciaci tutti folgorati dalla loro potenza evocativa.