Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Corradetti, omaggio a Daniele e dedica a De Piscopo «Swinging Sixties», Iossa In «Jazzmandoit» il chitarrista e compositore marchigiano esalta la voce del mandolino alla Feltrinelli
Un omaggio a Pino Daniele, ma anche una dedica a Tullio De Piscopo, attraverso l’esaltazione della voce del mandolino. Il chitarrista e compositore marchigiano Kriss Corradetti nel suo nuovo album «Jazzmandoit», per l’etichetta PlayCab, fa dello strumento italiano per eccellenza il protagonista assoluto all’interno dei territori sonori dello swing e del jazz. «Perché è ingiusto confinare il mandolino nell’ambito della tradizione classica e di quella napoletana». Assieme al leader (mandolino, chitarra classica, gipsy ed elettrica, voce), in «Jazzmandoit» suonano il flautista Giacomo Lelli (già accanto a Paolo Capodacqua, Goran Kuzminac, Clive
Bunker e Flavio Oreglio), il giovane e talentuoso contrabbassista Emanuele Di Teodoro (Max Gazzè, Bruno Marcozzi) e il batterista Massimo Manzi, nome di primo piano della scena jazz italiana.
«Questo album – spiega Corradetti - è una sorta di rinascita, un “nuovo primo atto”, per così dire, della mia carriera musicale. Mi sono formato come chitarrista e, dopo anni in cui ho lavorato come cantautore, arrangiatore e produttore, ho deciso di dedicarmi allo studio del mandolino, esercitando su questo strumento soprattutto il linguaggio del jazz e della world music. Il fascino di un suono così spiccatamente italiano mi ha conquistato e mi ha spinto a intraprendere questo nuovo percorso musicale e artistico, nella speranza di poter dare a questo strumento meraviglioso e alle sue caratteristiche espressive l’attenzione che merita».
La nota costante che attraversa il lavoro di Corradetti è la propensione per la melodia, da cui deriva la scelta di ricordare, tra gli altri, Nino Rota con il celebre tema di «Amarcord», e Lelio Luttazzi, con un’inedita versione de «Il giovanotto matto».
E poi il doppio omaggio, se vogliamo, alla «napoletanità» del mandolino attraverso la rielaborazione di due brani che rimandano a Pino Daniele e a Tullio De Piscopo, ovvero «E cerca ‘e me capi’» e «Libertango». Il capolavoro di Pino Daniele viene proposto in una rilettura cameristica della formazione (mandolino, flauto, chitarra, contrabbasso e batteria) al completo. «Libertango» è un’interpretazione personale del capolavoro di Astor Piazzolla, ma è soprattutto una dedica a De Piscopo, autore della traccia di batteria della celeberrima composizione piazzolliana: la chitarra scompare e i quattro strumenti - mandolino, flauto, contrabbasso e batteria - si incastrano in una successione di quadri orchestrati che si espandono e si contraggono dinamicamente lungo il trascorrere della melodia.
Alla Feltrinelli di Chiaia alle 18 si presenta il libro «Swinging 60s - Musica, cinema, moda, arte e cultura nella Londra degli anni Sessanta» di Michelangelo Iossa e Franco Dassissti. Con Iossa dialogherà Pino Strabioli: saranno affiancati dal pianista Alessandro Crescenzo, che proporrà un viaggio nelle musiche e nelle canzoni della Londra degli Swinging Sixties, mentre l’attore Maurizio Merolla leggerà due contributi estratti dal volume di Iossa e Dassisti.