Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La madre di Fulvio: voglio giustizia Mio figlio mandato allo sbaraglio
Laurea alla memoria per il ricercatore morto nell’incendio dell’auto-prototipo
NAPOLI “Giustizia per Fulvio”. È un appello ed un grido di dolore quello di Rosaria Corsaro, la madre di Fulvio Filace, lo studente di Ingegneria della Federico II che è morto a 25 anni lo scorso giugno sulla Tangenziale di Napoli, nell’incendio di un’auto sperimentale. Il ragazzo era a bordo della vettura con Maria Vittoria Prati, ricercatrice del Cnr, anch’ella morta, per un test.
L’automobile era una Volkswagen Polo modificata. Filace era impegnato in un tirocinio pre laurea. Ieri l’ateneo gli ha conferito alla memoria il titolo in Ingegneria meccanica per l’energia e l’ambiente. Filace frequentava infatti quel corso di studi ed era a pochi passi dal traguardo quando il 23 giugno si è verificata la tragedia.
«Sicuramente qualcosa non ha funzionato – ha detto ieri nella sede federiciana Rosaria Corsaro – ed è strano che mio figlio e la ricercatrice stessero su un’auto da testare senza persone esperte e senza tute ignifughe. Sono stati mandati allo sbaraglio, con prove assurde che secondo me si dovrebbero svolgere in laboratorio oppure su una pista, non in tangenziale». Ha aggiunto: «Oggi mio figlio sarebbe stata la persona più felice del mondo, si sarebbe avverato il primo dei suoi sogni, quello della laurea. Sarebbe stato orgoglioso di sé e sicuramente avrebbe ringraziato anche la sua famiglia per averlo sempre sostenuto ed incoraggiato. Lo avrei abbracciato forte e gli avrei detto: sei grande amore mio, grazie per tutto quello che ci hai dato». Con la voce rotta dall’emozione e dal dolore, ha proseguito: «Sono fermamente convinta che, anche se una persona non c’è più, tutto quello di bello che ci ha lasciato non può finire qui».
Poco prima che iniziasse la cerimonia la madre del laureando scomparso a giugno ed il rettore dell’ateneo, Matteo Lorito, hanno scambiato alcune parole, stringendosi la mano. Il rettore ha poi detto ai cronisti: «Ancora non sappiamo cosa sia accaduto, non riusciamo ancora ad avere informazioni, ma siamo decisi ad andare fino in fondo». I giornalisti gli hanno chiesto se l’Università si costituirà parte civile nel processo che si svolgerà per appurare eventuali responsabilità . «Certo – la sua risposta – saremo con la famiglia. Anche noi siamo parte lesa, era un nostro studente». Fulvio è stato ricordato da Fabio Bozza, il suo tutor universitario. «Era un appassionato di motori – ha detto – ed era molto attento al suo lavoro». Giuseppe Mazzucco, rappresentante degli studenti, ha ricordato «il sorriso affettuoso di Fulvio».
Sulla tragedia è stata aperta una inchiesta contro ignoti: duplice omicidio ed incendio colposo i reati ipotizzati a carico di chi sarà iscritto nel registro degli indagati. Sono tante le domande alle quali la Procura di Napoli, con l’aiuto dei consulenti e dei periti, proverà a dare risposte. Quesiti tecnici, relativi al funzionamento della vettura, e domande sulle procedure per le quali un tirocinante universitario è salito a bordo di un’auto sperimentale che viaggiava sulla tangenziale di Napoli.