Corriere del Mezzogiorno (Campania)
LE CREPE DI UNA CITTÀ FRAGILE
La storia di Napoli è scritta nel sottosuolo. Lì, nelle sue viscere buie, cominciò il romanzo di formazione della città e lì, da secoli, continua svelandoci di volta in volta il lato oscuro del presente. Quella che abbiamo negli occhi è la foto sviluppata da un negativo impresso sotto i nostri piedi. Se la pellicola si deteriora, anche la foto va in malora. Dovremmo saperlo, visto che è sempre andata così. E invece fingiamo d’ignorarlo. Tutti, nessuno escluso. Perché è facile, perfino giusto, puntare il dito contro le giunte comunali passate e attuali ora che l’ennesima voragine ha scaraventato nel caos un intero quartiere — il Vomero, stavolta — seminando panico e disagi. Bisognava fare di più sul fronte della manutenzione? Certo, i fatti lo dimostrano in modo inoppugnabile. Ma purtroppo ciò che cade lontano dallo sguardo non è spendibile elettoralmente. Soprattutto oggi che la politica è ridotta a baraonda in stile social, oggi che l’ammuina prevale sull’amministrazione e la raccolta selvaggia del consenso sulla mite progettualità del futuro. Sia chiaro, accade ovunque e non soltanto a queste latitudini. Tuttavia qui c’è un disvalore aggiunto che rende la situazione ancora più drammatica: l’assenza del sentimento civico. Guardiamoci allo specchio e chiediamoci se davvero possiamo dirci innocenti di fronte a quanto è successo ieri, all’alba, in via Morghen. da pagina
Luce a Fuorigrotta. Quanto l’abbiamo aspettata. Lasciate perdere il discorso qualificazione. Quella si gioca tutta al ritorno ed è problematica ma possibile. Calzona comincia bene che meglio non si poteva, afferma la sua volontà sul presidente togliendo di mezzo l’idea del ritiro, impone coraggio alla squadra e registra la difesa.
«Eravamo in auto, il terreno è franato Abbiamo rischiato di morire due volte»