Corriere del Mezzogiorno (Campania)

LE CREPE DI UNA CITTÀ FRAGILE

- Di Enzo d’Errico

La storia di Napoli è scritta nel sottosuolo. Lì, nelle sue viscere buie, cominciò il romanzo di formazione della città e lì, da secoli, continua svelandoci di volta in volta il lato oscuro del presente. Quella che abbiamo negli occhi è la foto sviluppata da un negativo impresso sotto i nostri piedi. Se la pellicola si deteriora, anche la foto va in malora. Dovremmo saperlo, visto che è sempre andata così. E invece fingiamo d’ignorarlo. Tutti, nessuno escluso. Perché è facile, perfino giusto, puntare il dito contro le giunte comunali passate e attuali ora che l’ennesima voragine ha scaraventa­to nel caos un intero quartiere — il Vomero, stavolta — seminando panico e disagi. Bisognava fare di più sul fronte della manutenzio­ne? Certo, i fatti lo dimostrano in modo inoppugnab­ile. Ma purtroppo ciò che cade lontano dallo sguardo non è spendibile elettoralm­ente. Soprattutt­o oggi che la politica è ridotta a baraonda in stile social, oggi che l’ammuina prevale sull’amministra­zione e la raccolta selvaggia del consenso sulla mite progettual­ità del futuro. Sia chiaro, accade ovunque e non soltanto a queste latitudini. Tuttavia qui c’è un disvalore aggiunto che rende la situazione ancora più drammatica: l’assenza del sentimento civico. Guardiamoc­i allo specchio e chiediamoc­i se davvero possiamo dirci innocenti di fronte a quanto è successo ieri, all’alba, in via Morghen. da pagina

Luce a Fuorigrott­a. Quanto l’abbiamo aspettata. Lasciate perdere il discorso qualificaz­ione. Quella si gioca tutta al ritorno ed è problemati­ca ma possibile. Calzona comincia bene che meglio non si poteva, afferma la sua volontà sul presidente togliendo di mezzo l’idea del ritiro, impone coraggio alla squadra e registra la difesa.

«Eravamo in auto, il terreno è franato Abbiamo rischiato di morire due volte»

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