Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Manfredi: problematiche che vengono da lontano
«Il sistema fognario della città non è stato oggetto di manutenzione per moltissimi anni e questi eventi sono anche la conseguenza di questo». Manfredi guarda al passato per le responsabilità dell’apertura della voragine a via Morghen. «Con la sistemazione di
Abc - spiega l’ex rettore - è stata finalmente conferita con regolarità la gestione del servizio fognario e stiamo mettendo in campo progetti di monitoraggio continuo di tutta la rete fognaria e idrica». In questo modo, sottolinea il primo cittadino, sarà possibile compiere «le necessarie attività di manutenzione preventiva. È un lavoro progressivo che si farà nei prossimi anni e che ci consentirà di gestire meglio le fognature». L’ex ministro dell’Università fa notare che il Comune ha anche avviato «grandi interventi di pulizia del sistema fognario e, in alcune strade in cui la situazione è più precaria, è previsto anche il rifacimento delle fogne». Parole contestate dall’ex sindaco, Luigi de Magistris: «Voragini al Vomero e assenza di manutenzione in tutta la città. E Manfredi che fa? Se la prende con il passato. Ricordo che durante il nostro mandato, senza un euro, la manutenzione era migliore, il territorio era più curato, si sono riqualificate strade e se ne sono finanziate altre così come altri lavori, compreso le fognature, che questa amministrazione rallenta ed eravamo anche sempre presenti sul territorio». E Catello Maresca, magistrato e sfidante di Manfredi alle ultime Comunali, pare sulle stesse posizioni di del Magistris: «La fragilità del sottosuolo napoletano è un dato ormai acquisito. Eppure, l’amministrazione non ha fatto nulla per intervenire. Non esiste un piano di prevenzione, non c’è una mappa del sottosuolo e dei sottoservizi».
Due ragazzi salvi per caso, due edifici sgomberati, settanta sfollati, migliaia di persone senz’acqua. È il bilancio di ciò che è accaduto all’alba di ieri in via Morghen, dove il cedimento della condotta idrica ha aperto una voragine profonda tra i 4 ed i 5 metri e larga tra 8 e 10 metri.
Ci sono finiti dentro con l’auto Giulio Delle Donne e Luca Casolla, due universitari reduci da una serata con amici in un pub. Li hanno salvati la fortuna,la prontezza dell’amico che li seguiva in motorino ed i militari di pattuglia nell’operazione Strade Sicure.
Acqua che fuoriusciva ad elevata pressione e fango si sono infiltrati sotto due edifici: uno in via Morghen 63 e l’altro in via Solimena 9. Entrambi sgomberati in attesa delle verifiche statiche. In via Solimena si sono vissuti momenti di terrore perché l’acqua ed il fango hanno invaso anche un bed and breakfast al piano terra.
Due turisti che alloggiavano nella struttura si sono messi in salvo da soli e sono poi andati in ospedale per accertamenti. Per essi ferite molto lievi e tanto spavento. Non è stato necessario il ricovero. Gli occupanti del piano sovrastante il b&b si sono allontanati grazie ai Vigili del
Fuoco, che hanno impiegato anche le scale. «Per come è posizionata la rottura, quindi in quota – ha spiegato Edoardo Cosenza, assessore alle Infrastrutture della giunta Manfredi — l’acqua è scesa e ha attraversato l’edificio andando verso la parte bassa del Vomero e nel suo percorso ha anche preso il bed&breakfast che sta ad un piano basso».
Per tutta la giornata di ieri buona parte del Vomero è rimasto senza fornitura idrica. Chiuse diverse scuole, in difficolta bar e ristoranti, sono stati presi di assalto supermercati e salumerie, dove le scorte di bottiglie sono terminate già in tarda mattinata.
È stato allestito in via Bernini un punto pubblico di prelievo dell’acqua. Notevoli i disagi anche sul traffico a causa della chiusura di via Morghen. Ieri per tutta la seconda parte della mattinata e nel pomeriggio i Vigili del Fuoco hanno lavorato per tagliare il platano che aveva le radici ai bordi della grossa buca e per servizi vari sono stati dirottati negli uffici dell’Arenella, sono rimaste chiuse le quattro scuole della zona: un liceo, una scuola dell’infanzia, media ed elementare. Si è lavorato fino a tarda notte per realizzare un by pass idrico».
Ora occorre concentrarsi sulle cause del danno «con la consapevolezza che tutto l’impianto dei sottoservizi è vetusto. La rete idrica e le tubazioni fognarie risalgono all’epoca borbonica e si impone la necessità di un ammodernamento serio. Ad ora non è partito neanche un monitoraggio. Come Munici
«Eravamo di pattuglia per Strade Sicure. In tre a bordo del mezzo che percorreva via Morghen. Provenivamo da San Martino. Erano appena trascorse le 4. Fino a quel momento non c’erano stati problemi. Un turno tranquillo».
Alessandro Cosseddu, soldato sardo di 28 anni, arruolatosi nel 2021, è uno dei militari che prima dell’alba di ieri sono intervenuti in soccorso dei due ragazzi che erano stati inghiottiti dalla voragine.
Cosa le è apparso davanti agli occhi?
«Ci è venuto incontro un altro giovane molto spaventato. Si sbracciava, gridava. Chiedeva aiuto, voleva che ci fermassimo. Siamo scesi dal mezzo e abbiamo visto davanti a noi la voragine».
Cosa avete notato quando vi siete avvicinati alla buca?
«Le due auto. Quella che era parcheggiata e quella con i due ragazzi. La voragine sarà stata profonda tra i quattro e i cinque metri. Impressionante la potenza con la quale sgorgava l’acqua ed il rumore che produceva. Sembrava quello di un fiume».
Provenivano urla dalla voragine?
«No. Le due persone che erano state inghiottite dalla grossa buca erano evidentemente sotto shock, era come se fossero paralizzate. Abbiamo iniziato noi ad urlare affinché uscissero dall’auto. Li invitavamo a venire fuori. Si è mosso per primo uno dei due, quello che era al lato di guida, e lo abbiamo tirato su a forza di braccia. Dopo un poco anche l’altro ragazzo è uscito».
Cosa è accaduto subito dopo?
«Sono precipitati un palo ed un albero e sono finiti pure quelli nella voragine. Un mio collega mi ha gridato di spostarmi, perché si è accorto ciò che stava accadendo e mi ha avvisato. Siamo stati tutti fortunati, perché per una questione di secondi nessuno è stato colpito».
Nel frattempo l’acqua continuava a fuoriuscire dalla condotta. Cosa avete fatto?
«Un collega si è messo davanti alla voragine per segnalare il pericolo a chi si fosse trovato a percorrere la strada, in modo da evitare che finisse nella buca qualche altra auto, ed ha allertato la macchina dei soccorsi. Io ed il terzo compagno di pattuglia abbiamo suonato ai citofoni della palazzina ai margini della voragine. Abbiamo temuto che quel fiume d’acqua sotto terra potesse provocare altri danni. La nostra maggiore preoccupazione in quel momento era che l’acqua si infiltrasse nelle fondamenta e determinasse il crollo dell’intera palazzina. Citofonavamo e invitavamo tutti ad uscire, a scendere in strada. Sono arrivate giù in pochi minuti decine di persone».
I ragazzi cosa vi hanno detto?
«Ci hanno ringraziato e lo stesso hanno fatto alcune delle persone uscite dall’edificio. C’era chi aveva avvertito rumori, si era svegliato e si stava già preparando a scappare, ma anche chi non aveva percepito alcun pericolo e stava continuando a dormire».
Si era già trovato in situazioni di emergenza da quando presta servizio a Napoli?
«Sono qui da dicembre, sono arrivato da poco tempo. È la prima volta che mi trovo in una situazione di reale emergenza. La cosa importante è che sia andata bene e che nessuno si sia fatto male. Come militare, sono soddisfatto che la pattuglia abbia operato bene. Queste sono situazioni nelle quali il lavoro di squadra è determinante».
""Delle Donne Cosseddu I primissimi Mentre istanti liberavo sono stati gli di black out occupanti Ero come dell’auto paralizzato, l’altro non sapevo mio collega che fare segnalava Luca ed io il pericolo siamo a chi rimasti arrivava immobili e il terzo Poi sono ha accorsi citofonato i militari ai residenti e un altro della nostro palazzina amico per farli in aiuto evacuare