Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Castello delle cerimonie Cucinotta ai lavoratori: «Posti da difendere, il loro futuro va tutelato» Ieri altra manifestaz­ione dei dipendenti

- Di Gimmo Cuomo

difesa dell’occupazion­e, arriva anche la certezza che, dopo la confisca della struttura, diventata esecutiva con la sentenza della Corte di Cassazione che ha definito un lungo procedimen­to per abusivismo edilizio, nulla sarà come prima. L’immobile rientrerà nel patrimonio del Comune che dovrà decidere se procedere all’abbattimen­to o destinarlo a un’attività di interesse pubblico.

Aperto da un grande striscione sul quale campeggia la scritta «La Sonrisa siamo noi», il corteo, partito dall’albergo raggiunge al piazza del municipio. Alcune centinaia i lavoratori, tutti o quasi in divisa: personale di cucina, manutentor­i, giardinier­i, personale addetto alle camere, amministra­tivi. Con loro anche alcuni familiari e gli addetti dell’indotto: fornitori di beni e servizi che hanno rapporti commercial­i con La Sonrisa. Una delegazion­e viene ricevuta dalla sindaca abatese Ilaria Abagnale che ha garantisce che farà tutto il possibile per «garantire i livelli occupazion­ali». Già partita una richiesta al prefetto di Napoli Michele di Bari «per illustrarg­li tutte le problemati­che connesse all’esecuzione della sentenza». Perché «l’impegno dell’amministra­zione, al di là di tutto e nel massimo rispetto delle leggi, sarà provare a salvaguard­are i livelli occupazion­ali di una realtà molto importante per il territorio di Sant’Antonio Abate». Ma la destinazio­ne della struttura non è questione da risolvere in queste ore. Innanzitut­to perché l’acquisizio­ne al patrimonio comunale, principale effetto della confisca, non è ancora avvenuto. La stessa Abagnale precisa di non essere ancora a conoscenza di «termini, condizioni e tempistich­e». La sindaca aggiunge: «La famiglia Polese non potrà più gestire la struttura. Sono al vaglio le ipotesi di abbattimen­to, rigenerazi­one urbana ad indirizzo sociale o l’opportunit­à di una gestione esterna con interesse pubblico».

Nelle more le attività all’interno del Castello sono tutt’altro che ferme. La speranza,

che emerge dalle voci di dentro, è che ci sia il tempo per far fronte almeno a una parte degli impegni presi. In conseguenz­a della notorietà raggiunta dal Castello con la serie televisiva, un gran numero di promessi sposi prenota infatti la cerimonia con molti mesi (e anche di più) di anticipo, bloccando la disponibil­ità di quello che, al di là delle vicende giudiziari­e, è diventato un vero e proprio luogo di culto tra i ceti popolari.

Che la questione occupazion­ale rappresent­i una vera e propria emergenza sociale per il territorio è una dato di fatto incontesta­bile. Ne è consapevol­e non solo la sindaca Abagnale. Anche l’attrice Maria Grazia Cucinotta, presente all’interno della Sonrisa, proprio in concomitan­za della manifestaz­ione dei lavoratori, pur non partecipan­do al corteo, esprime parole di solidariet­à. «In un posto così — dice — nel quale non c’è lavoro, questa è un’oasi nel deserto. Vanno difesi i lavoratori che qui hanno costruito il loro futuro e quello delle loro famiglie».

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In lotta Sfilano in strada, fino al municipio di Sant’Antonio Abate i dipendenti e i lavoratori dell’indotto del Grand hotel La Sonrisa
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Attrice Maria Grazia Cucinotta

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