Corriere del Mezzogiorno (Campania)
SUD RIMASTO SENZA RIFERIMENTI
In modi e con reazioni diverse, sono in molti che se ne stanno accorgendo. Il Sud è rimasto, ormai da troppo tempo, senza punti di riferimento, né politici né ideali. Non si sente una voce che sappia davvero indicare con autorevolezza una strada, una maniera di condursi e di vivere in questa stagione di difficoltà e di asprezze; che sappia proporre una prospettiva per il futuro. Non si vedono né singole figure, né partiti, gruppi organizzati, intellettuali collettivi, come si diceva una volta: niente di niente, né dentro, né fuori della politica. Certo, tutti ripetono che Napoli, e con lei l’intero Mezzogiorno, stanno attraversando un periodo importante di slancio culturale, di creazione artistica: dal cinema alla letteratura, alla musica. Ed è senza dubbio così. Ma è come se questo fervore fosse sì presente e percepibile, ma in maniera frammentata, atomizzata, dispersa: come ripiegato su sé stesso, chiuso nel recinto della propria particolarità, della propria specifica forma di comunicazione - il romanzo, il teatro, il brano musicale, il saggio di filosofia. Senza più la forza, il coraggio (e probabilmente nemmeno l’intenzione) di provarsi a fare un discorso più forte e più alto, e davvero universale, in questo momento: capace di arrivare al cuore di quell’essenza civile che si trova – a saperla cercare – in ognuno di noi. In verità qualcuno c’è che, a modo suo, e proprio nel mondo della politica, avendo avvertito questo vuoto, sta provando a riempirlo come gli viene meglio.
«Questa è una Regione con la quale io ho immediatamente collaborato, perché il presidente Bonaccini non fa avanspettacolo, non urla nelle piazze e non minaccia bande armate, ma lavora fattivamente sui progetti». A parlar il ministro alla Cultura, Sangiuliano, a Bologna per la firma del protocollo di intenti per la realizzazione di un Museo della cultura italiana.