Corriere del Mezzogiorno (Campania)
AL CORRIERE
Gentile direttore, il Vomero, ex quartiere bene, sta morendo, anzi, per certi aspetti, è già morto. Gli eventi, alla ribalta delle cronache in questi giorni, con strade che sprofondano all’improvviso, con fabbricati sgomberati, esercizi commerciali chiusi e tante persone private di un servizio pubblico essenziale, come l’acqua, rappresentano solo la punta di un iceberg che parla, in maniera inquietante, oltre che di degrado anche di totale abbandono da parte delle istituzioni a tanto preposte. Un linguaggio inaccettabile in un territorio di poco più di due chilometri quadrati, abitato da circa 48mila napoletani, con una densità abitativa pari dunque a 24mila abitanti a chilometro quadrato. Tanti, se solo si pensi che la densità abitativa media italiana è di poco superiore ai 200 abitanti a chilometro quadrato, meno di un centesimo di quella del Vomero. Ma oramai i vomeresi vivono come tante monadi, ognuno per proprio conto, ignorando gli altri e ciò che accade intorno a loro. Sfiduciati, ma anche incapaci di reagire alla malagestione amministrativa.
Il Vomero sprofonda e pochi reagiscono
Il commercio di zona e le proposte on line
Gentile direttore, sono un artigiano e scelgo da sempre di acquistare nei negozi della mia zona. Il commercio di quartiere non deve morire, tiene in piedi anche il mio lavoro e so che devo sostenerlo. Mi piacerebbe però riscontrare maggiore competitività rispetto alle proposte on line. Non tanto nei prezzi, ma nel garbo che troppo spesso difetta a chi ha una attività al pubblico e nei servizi alla clientela. In rete è previsto anche il reso, con la restituzione dei soldi spesi. Troppo? Forse sì, ma serve riflettere.