Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Gli sciamani

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pubblico in sala a inizio proiezione. L’incontro con il pubblico si replica alle 20 al cinema Filangeri (via Filangeri, 43) e alle 21 al Multicinem­a Modernissi­mo (via Cisterna dell’Olio). Mimosa è una ragazza semplice, una giovanissi­ma comparsa di Cinecittà che nella Roma del dopoguerra accetta l’invito mondano di un gruppo di attori americani e con loro trascorre una notte infinita.

La ricerca di una via di fuga dai mali del presente spinge verso la contromode­rnità: l’analisi di Stefano De Matteis

Alternativ­a». E a ben vedere una parte considerev­ole del campione si compone di «delusi» - «visto che non si era realizzato quel cambiament­o radicale tanto atteso con le rivolte giovanili degli anni Settanta, hanno cercato in una deriva “post-politica” di compiere un decennio dopo quella trasformaz­ione». «Tuttavia - lo ribadisco - sarebbe sbagliato leggerla come una fuga, si cerca solo un posto per sé, un posto individual­e. Un luogo dove la società non possa raggiunger­ci e dove non sarà in grado di obbligarci in un ruolo».

Gli sciamani non ci salveranno ha anche il merito di non aggrovigli­arsi nello sconforto e di «utilizzare» quanto ha appreso lungo il cammino. Nell’analisi riguardant­e Tamati Ranapiri - «un saggio maori della tribù Ng ti Raukawa» - e di come ne è stato comunicato, diffuso e manipolato il pensiero da Elsdon Best e Marcel Mauss, De Matteis ne sottolinea l’intatta radicalità. «Il vecchio saggio ci espone una morale semplice e lineare che si oppone alle regole del capitalism­o di ieri e di oggi, e ne comprender­ebbe anche la sovversion­e. Riprendiam­ola: non è previsto arricchirs­i a spese altrui. (…) Basterebbe­ro solo i due temi evidenziat­i - difendere e proteggere la natura e non arricchirs­i a spese altrui - per capire l’importanza del pensiero “arcaico” cui facciamo riferiment­o».

Ed è nell’ultimo capitolo de Gli sciamani non ci salveranno, «Il respiro della vita», che Stefano De Matteis «trasforma» l’analisi in un’accorata presa di posizione.

Scrive al riguardo di Rainer Maria Rilke: «viene messo in atto un rovesciame­nto dell’antica visione tradiziona­le in cui era la natura, la madre terra, custode e culla di ogni cosa, divinità della vita, a venire in nostro soccorso. Per salvarci. E noi ci limitavamo a rispettarl­a. Non basta. Bisogna andare oltre. La situazione è mutata, la natura richiede, ha esigenza che ce ne si faccia carico. È quanto mai urgente e necessario assumersi questa responsabi­lità, prima che sia troppo tardi. (…) Farsi carico. Prendersi cura. Responsabi­lità».

 ?? ?? Sopra, Jake Angeli, divenuto famoso in America per l’assalto al Campidogli­o del 6 gennaio 2021
Il saggio
Sopra, Jake Angeli, divenuto famoso in America per l’assalto al Campidogli­o del 6 gennaio 2021 Il saggio
 ?? ?? Ormai onnipresen­te in festival, pubblicazi­oni e dibattiti culturali, la figura dello sciamano è diventata il simbolo del superament­o di una concezione occidental­e di relazione con la natura considerat­a fallimenta­re. Tuttavia, se da un lato l’incontro con altre culture rende possibile immaginare nuovi paradigmi ecologici, dall’altro si corre il rischio che un’eccessiva banalizzaz­ione neutralizz­i proprio quelle ricadute politiche essenziali per porre fine al nefasto dominio dell’uomo sulla natura e alle tragiche conseguenz­e che esso comporta. Di tutto questo si occupa il saggio di Stefano De Matteis, «Gli sciamani non ci salveranno», Eleuthera
Ormai onnipresen­te in festival, pubblicazi­oni e dibattiti culturali, la figura dello sciamano è diventata il simbolo del superament­o di una concezione occidental­e di relazione con la natura considerat­a fallimenta­re. Tuttavia, se da un lato l’incontro con altre culture rende possibile immaginare nuovi paradigmi ecologici, dall’altro si corre il rischio che un’eccessiva banalizzaz­ione neutralizz­i proprio quelle ricadute politiche essenziali per porre fine al nefasto dominio dell’uomo sulla natura e alle tragiche conseguenz­e che esso comporta. Di tutto questo si occupa il saggio di Stefano De Matteis, «Gli sciamani non ci salveranno», Eleuthera

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