Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Quant’è napoletano Stravinskij Al San Carlo «Pulcinella» e la Settima di Beethoven
Ci sono opere che possiedono insita un’affinità con un luogo e con un teatro che ne ospiti l’esecuzione, nonostante siano state commissionate e abbiano debuttato un altra citta e su altro palcoscenico.
«Pulcinella» di Stravinskij è un capolavoro che più di molti altri è capace di esprimere sentimenti, atmosfere, linguaggi e persino ambientazioni della città di Napoli, a dispetto della originaria destinazione parigina.
Stasera «Pulcinella, balletto in un atto con canto» aprirà alle 19 il concerto al Teatro di San
Carlo, diretto da Ingo Metzmacher; la seconda parte del programma propone una pietra miliare del classicismo quale la «Sinfonia n. 7 in la maggiore, Op. 92» di Beethoven.
I solisti impegnati nella pagina di Stravinskij sono Caterina Piva (mezzosoprano), Francesco Castoro (tenore) e Dario Russo (basso-baritono).
La «Sinfonia n.7 in la maggiore, op.92» di Beethoven si fregia dell’entusiastico giudizio di Wagner: «Questa sinfonia è l’apoteosi della danza in sé stessa: è la danza nella sua essenza superiore l’azione felice dei movimenti del corpo incarnati nella musica […] una ridda svelta e voluttuosa, per la quale la melodia immortale risuona qua e là, ora ardita, ora severa, ora abbandonata, ora sensuale, ora urlante di gioia, fino al momento in cui, in un supremo gorgo di piacere».
La danza è perciò l’elemento unificante il programma odierno. La prima esecuzione del Balletto con voci al Théâtre de l’Opéra di Parigi il 15 maggio 1920, per i Ballet Russes di Diaghilev, rappresentava l’inizio del neoclassicismo in musica.