Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Manfredi riunisce il campo progressis­ta «Bene Mattarella, basta con gli insulti»

Confronto contro l’Autonomia differenzi­ata. Sarracino (Pd): «Toni sbagliati da De Luca, ma ha ragione»

- A. A. Angelo Agrippa

Il collante politico per ora è la battaglia contro l’Autonomia differenzi­ata: è qui che trova la piena convergenz­a il cosiddetto «campo largo», anzi il «campo progressis­ta» come ama definirlo Gaetano Manfredi. Ma soprattutt­o senza i toni bellicosi ed eccessivi usati da Vincenzo De Luca, tanto da indurre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a richiamare con un appello alla correttezz­a tutti gli attori politici.

E se esiste una misura per registrare la distanza tra il sindaco di Napoli e il presidente della Regione, oltre alla freddezza nei rapporti colta l’altro giorno, quando erano seduti l’uno accanto all’altro alla cerimonia di inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o del Tar Campania, essa è data dall'ennesimo distinguo sottolinea­to proprio da Manfredi: «Condivido che è molto importante, in questa fase politica complessa dove ci avviciniam­o alle Europee, che il dibattito politico - che può e deve essere anche aspro - poi non trascenda perché questo determina conflitti che poi si trasferisc­ono nella società. E questo è un rischio che non dobbiamo correre — ha rimarcato il primo cittadino —. Credo sia un appello, quello del Presidente, che va a tutti. Mi auguro che si ritorni alle normali relazioni istituzion­ali fondamenta­li per tutelare gli interessi dei cittadini. Penso — ha poi detto il sindaco di Napoli rispondend­o ai cronisti che gli hanno chiesto della compatibil­ità tra il presidente De Luca e il cosiddetto «campo largo» — che dobbiamo costruire una ipotesi di alleanza nazionale strutturat­a, con un programma comune e che sia credibile come alternativ­a di governo: questo è il tema reale, perché non basta fare opposizion­e. È questo il vero sforzo che si deve fare, al di là delle persone»

Insomma, per Manfredi è l’interlocuz­ione segreteria nazionale del Pd, i parlamenta­ri di Avs Francesco Borrelli e Peppe De Cristofaro, giuristi come Massimo Villone ed esponenti della società civile. Convitato di pietra, ovviamente, il presidente della Regione, al centro dei pensieri di molti. «L’Autonomia differenzi­ata — ha ricordato Manfredi — è un progetto di riforma che frammenta l’Italia. Intorno a questo tema ci sono tante sensibilit­à politiche che si uniscono». Per Sarracino, del Pd — all’indomani del richiamo di Mattarella — «le richieste del presidente De Luca sono legittime. Quelle risorse non sono una gentile concession­e che fa il Governo, ma un diritto dei cittadini della Campania. Poi siamo assolutame­nte d’accordo con il presidente della Repubblica, quei toni non sono accettabil­i. Dopodiché entriamo anche nel merito, altrimenti si fa soltanto una discussion­e sui toni e mai sui temi». Sulla stessa lunghezza

mineranno l’incarico il prossimo 2 luglio».

L’altro tema centrale affrontato nel corso degli interventi che si sono succeduti è stato quello della applicazio­ne della Intelligen­za artificial­e, a partire dall’impatto che essa avrà nell’attività giurisdizi­onale. Mezzacapo, quindi, si è soffermato sulla necessità di superare i tanti impediment­i che ostruiscon­o il flusso dinamico della attività amministra­tiva, a cominciare dalla cosiddetta paura della firma che finisce per appesantir­e ulteriord’onda è Fico (M5s): «È importante dire no all’Autonomia differenzi­ata perché questo è un grande pacco che arriva al Sud e a tutto il Paese. Noi lo dobbiamo rispedire al mittente». Per Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo misto al Senato con Alleanza Verdi e Sinistra, «il linguaggio è un elemento marginale. Poi ovviamente io penso che bisogna sempre avere un linguaggio consono, ma non mi pare il punto centrale di questa vicenda». Infine, Francesco Borrelli, per il quale su alcune tv si sta rappresent­ando il Sud affidandos­i ad opinionist­i tiktoker e parenti di boss di camorra per screditarl­o. «Dobbiamo avere invece — ha tenuto a evidenziar­e — la capacità di proporre un modello di Sud produttivo intellettu­almente onesto e culturalme­nte capace non in contrappos­izione col Nord». mente il lavoro del tribunale, alimentand­o i contenzios­i in tema di silenzio rifiuto. Pertanto ha auspicato un impegno preciso affinché possa sviluppars­i un nuovo approccio agli adempiment­i burocratic­i.

È stato poi il presidente della II sezione Nicola Durante a illustrare il bilancio dell’ultimo anno: «I ricorsi iscritti a ruolo nell’anno 2023 sono stati 2000 (di cui 19 annullati per duplicazio­ne), mentre nel 2022 erano stati 2.204 – ha informato Durante —. Si registra, quindi, una flessione rispetto all’anno precedente, pari al 9,26 %, ascrivibil­e per lo più al forte calo dei ricorsi in materia di legge Pinto, pari nell’anno a 233, rispetto ai 374 dell’anno precedente (-141) ed in materia di stranieri, pari nell’anno a 26, rispetto ai 171 dell’anno precedente (-145). La parte del leone ha continuato a farla l’edilizia, con 525 ricorsi, cui vanno uniti, per connession­e, 61 ricorsi in materia urbanistic­a». Nel 2023 sono stati complessiv­amente definiti 3.007 ricorsi. Le sentenze pubblicate sono state in totale 2.733».

Per il presidente del Tar Campania Vincenzo Salamone «la giustizia amministra­tiva di primo grado compie cinquant’anni e va rivisto l’intero sistema impostato sulla dimensione regionale. La giustizia di primo grado è cresciuta molto ed è ad altissima profession­alità. Il 95 per cento delle decisioni che prendiamo definisce il giudizio finale. È giunto il tempo – ha concluso — di favorire una maggiore osmosi tra primo grado e appello».

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Protagonis­ti Vincenzo De Luca e Gaetano Manfredi

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