Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Le signore del food Storie di successo «Ma è stato difficile»
Da Cuomo a D’Amico il “know how” che vince Trucillo: «Io, iperspecializzata per affermarmi»
Se è vero che, secondo un recente studio di Confagricoltura, la presenza femminile nelle società di capitali e di persone nel settore agroalimentare è più che raddoppiata in dieci anni, è però anche vero che, scorrendo i dati del report 2023 del Food Industry Monitor, in termini di presenza nei CdA, il divario di genere resta significativo, con solo il 21,7% del totale degli amministratori di sesso femminile nelle aziende familiari del food.
Gap che migliora leggermente nelle start up (22,8% del totale) dove le donne rappresentano il 31,5% in quelle indipendenti, il 16,9% in quelle industriali e solo l’11,9% in quelle supportate da investitore finanziario. Segno che le imprenditrici incontrano maggiori difficoltà rispetto agli uomini nell’accesso al credito, ai fattori di produzione e ai servizi che migliorano la produttività. Eppure, la componente imprenditoriale femminile più rappresentativa, dopo quella dei servizi, è proprio quella del settore agroalimentare ed è anche tra le più presenti al Sud.
In Campania, ad esempio, ci sono storie di donne che possono essere di stimolo per altre che intendono scegliere il mondo del food come luogo di crescita personale. Come la storia di Amelia Cuomo, che nel 2015 lascia Roma e una affermata carriera da manager in un’importante multinazionale, per mettersi alla guida, con il fratello Alfonso, di Pasta Cuomo, il pastificio di Gragnano fondato due secoli fa dai suoi antenati. Un atto di coraggio, ma “sul piatto” c’era ben più della pasta: «Si trattava di disegnare e portare avanti un progetto nuovo. Mi piace dire che siamo una start up del 1820 – scherza – per cui forte della mia esperienza manageriale, ho iniziato a studiare il mercato, con l’obiettivo di trovare una chiave di sviluppo innovativa. Non avevo esperienza, ma obiettivi: recuperare il know how, ricostruire la nostra storia e valorizzare i nostri spazi. Fatto questo, attraverso uno studio scientifico, la nascita del museo Cuomo, del ristorante e del b&b, è stata creata una linea di vendita innovativa, basata sull’accoglienza. L’anno scorso abbiamo accolto circa 4mila turisti. E mi dicevano che non ce l’avrei mai fatta!».
Competenza, accoglienza, sviluppo delle relazioni: tre skill tipicamente femminili, messe al servizio dell’azienda. «La competenza e la formazione continua, soprattutto per una donna, sono fondamentali per avere il riconoscimento del ruolo in azienda e fuori» sottolinea Maria D’Amico, marketing and sustainability manager della D&D Italia Spa, tra le principali aziende in Italia specializzata nella produzione di conserve alimentari con sede a Pontecagnano. «Nel mio ruolo mi sono state utili anche la capacità di fare lavoro di squadra e la propensione ad innovare mantenendo le tradizioni, con un occhio attento al futuro. La nostra cultura d’impresa è fondata su questi valori, da cui sono nati la D’Amico Accademy che dà spazio alla formazione del personale; la collaborazione con artisti per i Vasi d’autore; e la scelta del colore verde, identificativo del brand e del suo legame con la natura».
La formazione è stata la chiave di volta anche per Antonia Trucillo che, con la sorella Andrea e il fratello Cesare rappresenta la terza generazione di Caffè Trucillo, l’azienda fondata nel 1850 dal nonno. Antonia è tra le più giovani, e tra i pochi in Italia, ad aver conseguito la massima certificazione come assaggiatore di caffè. «In un mondo prevalentemente al maschile come quello del caffè – racconta - ho dovuto iper specializzarmi per raggiungere la consapevolezza del mio valore come interlocutore. L’attitudine femminile alla perfezione e alla ricerca del buono e del bello, mi ha portato a viaggiare in tutto il mondo, Honduras, Colombia, Brasile, Guatemala, per cercare i caffè migliori e lavorare sul campo con le comunità dei coltivatori. Merito anche di mia madre, che mi ha dato l’esempio». La madre, Fausta Colosimo, ha sposato Matteo Trucillo e la sua azienda, dando il via alla Accademy aziendale e all’export del prodotto. «L’impegno ti fa essere pari – dice Fausta -. L’opportunità è importante ma bisogna saperla cogliere. Io ero una cantante jazz, conoscevo l’inglese, ho iniziato a portare nel mondo il nostro caffè ed oggi il 60% della nostra produzione va all’estero».
Fausta Colosimo «L’impegno ti fa essere pari, l’opportunità è importante ma devi saperla cogliere»