Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ritratti di donne (di carta)

- Di Mirella Armiero

Ogni scrittore ha il suo stile, ma probabilme­nte non esiste una specificit­à della scrittura femminile: è di questa (assai condivisib­ile) opinione Dacia Maraini, che segnala però al tempo stesso la possibilit­à di rintraccia­re nei testi delle donne «un diverso punto di vista». Un’indicazion­e che viene fuori dal l’articolato saggio di Daniele Di Lorenzi, Impronte di donna. Ritratti femminili nella narrativa europea del XXI secolo, pubblicato dall’Editoriale Scientific­a di Napoli.

Oltre alla Maraini, l’autore prende in consideraz­ioni numerose scrittrici del nostro secolo, tra cui Amélie Nothomb, Chiara Gamberale, Herta Müller, Christa Wolf, Ada D’Adamo, Valeria Parrella, Agota Kristof, Rosa Montero, Melania Mazzucco, e anche qualche scrittore, come Patrick Modiano e Ian McEwan. Attingendo ai loro racconti e romanzi, Di Lorenzi mette insieme una galleria di ritratti al femminile, molti dei quali partono da un’immagine, da un frame, da un frammento dotato di senso che avvia il ragionamen­to critico dell’autore. Per questo, il libro ha una sua forza visiva prima che teorica e non a caso prende l’avvio da una scena di «Film blu», della intensa trilogia di Kieslowski, con Juliette Binoche che non riesce a tagliare completame­nte i ponti con il suo doloroso passato. I ricordi fanno male alla sfortunata protagonis­ta

L’autore Daniele Di Lorenzi sceglie alcune scrittrici e qualche scrittore per delineare un preciso paesaggio letterario

del film, rimandano però a un tempo che l’ha portata a essere quello che è nel presente e dunque sono un bagaglio ineludibil­e. «Questa immagine», spiega l’autore nella premessa, «è il punto di partenza da cui è nata l’idea del libro». Ma qual l’obiettivo finale della ricerca? «Questi ritratti immaginari delineati per associazio­ne con il romanzo o il racconto letto confluisco­no a formare le tappe critiche di un unico e più ampio ritratto: quello della vita di una donna secondo diversi punti di vista offerti dalla narrativa europea che si affaccia sul nuovo millennio e porta con sé l’eredità del precedente ma che si nutre del presente».

Su queste basi, il saggio si snoda poi attraverso una carrellata ragionata di storie femminili, in cui Di Lorenzi analizza e racconta le protagonis­te della letteratur­a del nuovo millennio. Per esempio le quattro amiche disinibite e libere narrate da Valeria Parrella in Quel tipo di donna. Il discorso critico diventa così a sua volta narrazione e mette in luce la modernità dei personaggi della Parrella, «nel loro testimonia­re ogni giorno con coerente incoerenza di poter scendere nel buio delle viscere e di tornare alla luce pronte a respirare», pronte «ad iniziare un nuovo e inaspettat­o ciclo della vita». È un libro singolare, questo di Di Lorenzi, che pare calarsi con tutto se stesso nel tessuto narrativo che prende in esame. Uno studioso avvinto dall’oggetto della sua ricerca, di cui ci riconsegna gli esiti con grande passionali­tà, proprio quella che le donne di questi libri senz’altro meritano.

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