Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L'economia della cultura come fattore di sviluppo
È dedicato a «L’economia della cultura come fattore di sviluppo. Le analisi e le proposte della commissione Economia della Cultura della Fondazione di Ricerca dei Commercialisti» l’incontro che si terrà oggi a Palazzo Fuga, dalle 9.30 alle 13:30. Dopo i saluti di Elbano de Nuccio, presidente Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e di Antonio Tuccillo, presidente della Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti, e del sindaco Gaetano Manfredi, interverranno il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano; il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo; Carolina Botti, direttore Ales Referente Art Bonus per il Ministero della Cultura; Marco D’lsanto, componente Commissione Economia della Cultura della Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti e Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e Soprintendente Speciale per il Pnrr. Modera Enzo d’Errico.
Monte, forse su indicazione di Luigi Carafa, nobile figlio di Giovanna Colonna, che aveva protetto la fuga di Caravaggio da Roma a Napoli dopo l’omicidio di Ranuccio Tomassoni, o di un altro sodale dei Colonna come Giambattista Manso. In ogni caso per la visione di entrambi i capolavori potrebbe essere istituito nei prossimi giorni un biglietto unico.
Tempi di Caravaggismo intenso a Napoli, quindi, a cui va aggiunta anche la presentazione venerdì pomeriggio de «La presa di Cristo», dipinto che sarà mostrato al pubblico dal 2 marzo al 16 giugno negli spazi di Palazzo Ricca, storica sede della Fondazione Banco di Napoli, in via dei Tribunali. L’esposizione a cura di Francesco Petrucci e Don Gianni Citro, riporta in auge un lavoro, che prima della recente mostra di Palazzo Chigi ad Ariccia, nei pressi di Roma, era stato esposto soltanto nel 1951 nel celebre ciclo «Caravaggio e i caravaggeschi», a cura di Roberto Longhi, riscopritore dell’arte del Merisi, che l’aveva ritrovata nel 1943 sporca e con varie ridipinture, poi rimosse dopo il restauro, qui testimoniato da appositi pannelli illustrati.
Il quadro risale al 1602 e fu realizzato a Roma dopo le tele per San Luigi dei Francesi e per Santa Maria del Popolo, commissionato da Ciriaco Mattei su suggerimento dal fratello cardinale Girolamo. La composizione si sviluppa orizzontalmente, e raffigura il tradimento di Giuda nell’atto di baciare Cristo, per indicare ai soldati chi dovesse essere arrestato. Iconografia presente in un’analoga versione della Compagnia dei Gesuiti di Dublino, conservata dal 1993 presso la National Gallery of Ireland. Il quadro, in mostra a Napoli, apparteneva alla collezione Ruffo di Calabria, prima di essere acquistata nel 2003 dall’antiquario romano Mario Bigetti. Per l’occasione, infine, il pubblico potrà visionare gli originali di tre documenti custoditi dall’Archivio Storico del Banco di Napoli, che testimoniano il soggiorno del pittore lombardo all’ombra del Vesuvio: la committenza del mercante Nicolò Radolovich al maestro per una pala d’altare (6 ottobre 1606), il pagamento per la realizzazione dell’opera «Sette opere di Misericordia» (9 gennaio 1607) e infine un documento dell’11 maggio 1607 relativo alla già citata «Flagellazione di Cristo».