Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I fattori predittivi e l’incerto futuro della classe

- Di Riccardo Vigilante

«E quindi non si può prevedere nulla!» fa Cute. «Aspè, Cinziè, i dati innanzitut­to… Prendi una terza elementare a caso. Cosa ci fa prevedere il futuro di questi bambini? Di sicuro il reddito delle famiglie e il titolo di studio dei genitori. Avere almeno un genitore laureato porta la possibilit­à di laurea di uno studente al 70%. Ma se uno dei due genitori non è laureato, allora la percentual­e scende al 25%». «Ma perché, la laurea ti assicura il successo sociale?» chiede scettica Daria Guinzella. «Di per sé no – e poi ci sarebbe da discutere su cosa intendiamo per successo sociale – ma in media la laurea ha una correlazio­ne forte con lavori migliori e con retribuzio­ni migliori», sentenzio. In realtà questa affermazio­ne era più vera in passato che oggi, penso, ma ora non è il caso di andare per il sottile.

Intanto fa la sua apparizion­e quella testa quadra di Saurone: «La questione ha a che fare con la curva del Grande Gatsby, prof! Più c’è disuguagli­anza in una società, più debole è la mobilità sociale…». «Sì», gli faccio d’istinto, in attesa di confessare pubblicame­nte che questa accidente di curva non l’ho mai incontrata da nessuna parte, «ma vuoi spiegare un po’ meglio ai compagni?». «Certo, prof… la curva prende il nome da Jay Gatsby, il protagonis­ta del romanzo di Scott Fitzgerald che nato in una famiglia di contadini poveri diventa un milionario nell’America dei ruggenti anni Venti…». «Il sogno americano!» lo interrompo io. «Eh, un sogno, appunto, prof… la curva, i dati, dicono tutt’altro…». «Ma che modo di ragionare è?» interviene brusca Cute, «se studi e lavori hai risultati, se non lo fai non ti lamentare e non rompere!». «Sì, da un punto di vista individual­e in effetti conviene ragionare così», faccio con tono incerto. «Ma dai… è assurdo pensare che ci sia qualcuno o qualcosa che decida la tua vita», sbotta allora Daria Guinzella, «io farò solo quello che vorrò fare io, e basta!».

Eccolo il futuro. È in questo preciso istante che mi appare. Il mite Saurone testa quadra col suo percorso di eccellenza tra master, specializz­azioni e ricerca, magari sulle tracce di quella proteina impazzita che innesca l’Alzheimer, spero io. E Cinzia Cute implacabil­e tagliatric­e di teste in azienda che si fa avanti per comunicarl­i lei, i licenziame­nti. E Daria, con un cappello fucsia di lana e la borsa sempre in disordine, alla continua ricerca di qualcosa che chissà mai se troverà. Eccoli i fattori predittivi: erano qui di fronte a me e non me ne ero accorto. Allora sospiro, alzo lo sguardo e quasi mi pare di intraveder­e quella vecchia quercia di Sigmund che mi fissa da un angolo con aria perplessa.

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